«450 milioni di vittime; 74 milioni di dollari spesi ogni giorno per le armi; profughi, feriti, orfani e soldati mandati a morire». Con queste parole Giovanna Pineda ha accompagnato ieri pomeriggio la XII Marcia per la pace, organizzata in città come messaggio di pace, di convivenza, come segnale di protesta contro la guerra e le cifre assurde che ogni giorno si spendono nel mondo intero per le armi e la distruzione. Proprio ieri, giorno scelto dall'Onu per celebrare la Giornata internazionale della Pace e dedicato al riconoscimento del diritto dei popoli alla pace, anche Rovigo si è mobilitata in una marcia pacifica, contro guerre, armi, ma anche contro le morti in mare, «perché quest'anno sono morte più persone nel Mediterraneo che a Gaza». Partito da piazza XX settembre, il corteo ha attraversato le vie del centro con bandiere e messaggi contro la «terribile pandemia della guerra, che ha raggiunto i massimi livelli nel XX secolo ma che ora sta ammorbando nuovi scenari: basti pensare a Gaza, Iraq, Somalia, Siria, Nigeria, Afghanistan». Hanno sfilato le associazioni che si occupano di accoglienza e sostegno a immigrati e profughi, Csv, Libera, Porto Alegre e Arci Solidarietà, con persone che tutti i giorni si impegnano per fare in modo che ognuno possa contare sui diritti fondamentali, perché chi cerca rifugio in Italia non debba essere lasciato solo. Hanno sfilato anche alcuni giovani e studenti, per dimostrare la sensibilità delle nuove generazioni verso i problemi del mondo attuale. C'era poi qualche polesano, che ha scelto di aggregarsi al gruppo per mostrare solidarietà. C'erano persone giunte in Italia per diversi motivi, molti di loro non hanno voluto raccontare la loro vita passata. Lilian, nigeriana, in un momento di convivialità, con prodotti tipici di diversi paesi, ha apprezzato molto la marcia per la pace, perché è stata un'occasione di apertura e di socializzazione. «Spero in una vita migliore», ha voluto aggiungere.
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