«È una cosa sconvolgente: siamo tutti addolorati e praticamente senza parole». Il parroco don Matteo Gatto riassume così lo stato d'animo di San Giuseppe. Il quartiere alle porte del centro della città è rimasto incredulo davanti alla terribile notizia della morte di Maria Rosaria Grisolia e di sua madre Ada Francesca Buccino. Entrambe erano arrivate a San Giuseppe solamente da qualche anno provenienti da Castrovillari (Cosenza). Prima la figlia Maria Rosaria, alla ricerca di una cattedra, e poi la madre Ada, che l'aveva raggiunta un paio di anni fa andando a vivere con lei in un appartamento di via Bernardi vicino al cavalcavia. Poco tempo ma vissuto intensamente. Nel quartiere si erano subito inserite senza grosse difficoltà. «Le conoscevamo bene - continua il parroco - anche perché partecipavano alla vita della parrocchia e non facevano mai mancare la propria disponibilità». Maria Rosaria, di 49 anni, era molto impegnata come insegnante all'alberghiero Alberini, e prima ancora al Palladio e all'Einaudi di Montebelluna. Mentre la madre, 76enne docente di italiano in pensione, già in cattedra in un liceo della Calabria, era sempre presente. «Faceva parte del coro della chiesa e si dava da fare all'interno della San Vincenzo De Paoli - ricorda don Matteo - dava anche una mano per il doposcuola dei ragazzi e aiutava quelli più in difficoltà». Tutto questo oltre alle lezioni di italiano per studenti stranieri fatte come volontariato all'Alberini di Lancenigo. «Solo giovedì sera c'era stata la festa del coro della parrocchia e avevo mangiato proprio davanti a lei - aggiunge - e poi l'avevo rivista alla funzione di sabato». Il giorno prima del fatale incidente d'auto nel vicentino. «Siamo tutti molto addolorati perché di fatto qui erano entrambe ormai di casa - spiega - il loro cuore generoso le aveva aiutate a inserirsi al meglio in poco tempo». Adesso si attende la decisione del fratello Angelo per quanto riguarda la data e il luogo di celebrazione dei funerali. «Ho già parlato con lui ma non sappiamo ancora nulla - conclude don Matteo - noi siamo ovviamente disponibili nella preghiera. Ma sappiamo che il fratello abita verso Vicenza e che la famiglia proveniva dalla Calabria. Attendiamo le loro decisioni».
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