Battaglia legale sullo stadio Friuli

Giovedì 31 Luglio 2014
UDINE - Stadio Friuli: emergono altri problemi. Se, da una parte, nella seduta della commissione verifica di ieri, il dirigente di Palazzo D'Aronco Marco Disnan ha dichiarato che «il cantiere appare ordinato e ben organizzato» e dai sopralluoghi fatti sia dallo stesso Disnan, sia dall'Ass4 «non c'è stato nulla da ridire e i tempi contrattuali sono abbastanza rispettati», dall'altra arriva un esposto all'Autorità di vigilanza depositato da Area Progetto associati che assieme all'Udinese aveva costituito un'Ati (Associazione temporanea d'impresa) che si era aggiudicata il diritto di superficie.
Nell'esposto si denunciano alcune «violazioni di legge», costituite, in primis, dal mancato rispetto dell'ordine di preferenza previsto dal decreto legislativo 163 del 2006. Questa la premessa: l'Amministrazione comunale richiedeva, nell'indire la gara, che «l'affidamento dei lavori da parte del superficiario dovrà avvenire con procedure ad evidenza pubblica». Risulterebbe evidente, secondo la tesi dell'esposto, che la società non avrebbe osservato tale disposizione: «L'Udinese Calcio, anziché affidare la direzione dei lavori ad Area Progetto Stadio Udine quale vincitrice della gara specificamente bandita per l'intera progettazione, ha affidato la direzione dei lavori a un soggetto terzo. Ma per di più ha conferito tale incarico direttamente, senza neppure bandire un'adeguata procedura concorsuale. Una seconda violazione di legge - si legge ancora - è costituita dalla nomina da parte dell'Udinese Calcio dell'ingegner Stefano Costantini quale direttore dei lavori di cui ai lotti IV e VI». Egli, infatti, «è partner di Archest srl - è sempre la tesi sostenuta nell'esposto - alla quale la società calcistica ha commissionato un'attività di verifica del progetto esecutivo. Quando l'Udinese Calcio diede incarico di effettuare la verifica del progetto ad Archest, la società calcistica riteneva di poter contenere l'importo dei lavori entro i 20 milioni di euro».
Va precisato - ancora secondo i presentatori dell'esposto - che Archest non sarebbe accreditata per tale importo, dunque, in seguito, l'Udinese, avendo constatato l'impossibilità di contenere l'entità dei lavori entro l'importo di 20 milioni di euro, si è rivolta alla società Siciv di Brescia, accreditata. «Ciò premesso - prosegue l'esposto - ad avviso dell'esponente ricorre la violazione» perché «l'affidamento dell'incarico di verifica è incompatibile con lo svolgimento per il medesimo progetto della direzione lavori, del coordinamento della sicurezza e del collaudo, e ciò significa che già il solo "aver affidato" la verifica all'ingegner Costantini ha reso illegittima la sua successiva nomina a direttore dei lavori».
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