Estradizione negata dalla Polonia, la Procura scrive al ministero

Martedì 21 Ottobre 2014
UDINE - (e.v.) «Nella legislazione polacca è punito organizzare l'ingresso illegale sul territorio della Repubblica di Polonia. Ciò significa che secondo il codice penale non costituisce reato organizzare l'ingresso illegale sul territorio di un altro Stato». È con questa motivazione, testuali parole, che il tribunale di Lublin ha rifiutato di eseguire un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura di Udine nei confronti di un cittadino polacco condannato in via definitiva dal tribunale di Tolmezzo per immigrazione clandestina.
Marian Waldemar Danielewicz, 60 anni, era stato processato e condannato dopo essere stato sorpreso, il 20 dicembre 2011, a Malborghetto, mentre trasportava cinque donne georgiane, tutte prive di regolare permesso di soggiorno e una in avanzato stato di gravidanza, appena fatte entrare in Italia dal valico di Ugovizza, al confine con l'Austria. Deve scontare in Italia una pena a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Ma l'autorità giudiziaria polacca, avvalendosi del principio di specialità (che prevede l'estradizione solo nel caso in cui il fatto sia considerato reato anche ai sensi della legge del Paese d'origine) così interpretato, si è rifiutata di eseguire il mandato d'arresto. Ricevuto il diniego, la Procura di Udine ha deciso di segnalare il caso e «la pretestuosità di tale motivazione» al ministero della Giustizia italiano e alla Procura generale presso la Corte d'appello di Trieste. La lettera porta la data del 16 ottobre. Il passeur è attualmente libero di circolare in Polonia, ma il mandato d'arresto resta comunque valido in qualsiasi altro Paese europeo.
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