Il raggiro corre su quattro quote

Giovedì 31 Luglio 2014
UDINE - Si presentavano in concessionaria con carte d'identità, tessere sanitarie e buste paga false. Chiedevano un finanziamento per l'intero valore del veicolo e uscivano dalla concessionaria con le chiavi in mano. Poi re-immettevano sul mercato le auto, rivendendole in Italia ma soprattutto all'estero. Il meccanismo truffaldino con cui una banda di napoletani raggirava le concessionarie friulane, in particolare delle province di Udine, Gorizia, Pordenone e Trieste, ma anche di tutto il Centro e Nord Italia, è stato portato alla luce grazie a una maxi operazione con cui la Polizia stradale di Amaro ha sgominato l'organizzazione criminale, con sede stanziale in Campania.
La stradale, comandata dall'Ispettore capo Sandro Bortolotti, ha identificato dieci persone, tutte indagate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, per cui il gip del tribunale di Napoli ha emesso altrettante misure cautelari personali. Tre persone, Maria Incoronato (30), Luigi Santilli (67) e Rosario Rischio (46), sono state poste agli arresti domiciliari. Altre sei sono destinatarie dell'obbligo di dimora: Stefano Sommella (25), Francesco Incoronato (31), Rosetta Penza (47), Veronica Metalli (26), Roberto Tango (62) e Angelo Sarpa (54). Sette misure sono state eseguite a Napoli e provincia, una nel maceratese e una in provincia di Teramo. All'appello manca ancora il rintraccio di una persona, considerato l'ideatore e vertice dell'organizzazione criminale, che si è reso irreperibile.
L'attività investigativa ha preso il via alla fine del mese di ottobre del 2012, a seguito di una segnalazione effettuata da una società finanziaria di un tentativo di truffa posto in essere presso la concessionaria d'auto Michelutti srl a Gemona del Friuli. La banda, secondo quanto stabilito al termine delle indagini, condotte dalla sottosezione della stradale di Amaro in collaborazione con la pg di Napoli, avrebbe agito tra l'ottobre 2011 e il settembre 2012, mettendo a segno una trentina di truffe.
Il meccanismo era sempre lo stesso. Gli acquirenti andavano in concessionaria presentando documenti falsi, «appropriandosi» di nomi e cognomi di assessori e consiglieri di enti locali del tutto ignari della vicenda. Sceglievano auto utilitarie, di valore inferiore ai 15 mila euro, completamente finanziabili e facilmente rivendibili, per lo più in pronta consegna. Le ricevevano dal concessionario già immatricolate e poi le rivendevano con una concessionaria compiacente in provincia di Firenze, sui siti internet specializzati o all'estero, specie in Germania, dopo averle radiate in Italia. Nella rete sarebbero cadute cinque concessionarie o rivendite auto della provincia di Udine, a Tavagnacco, Cassacco, Buia, Gemona e Tarcento.(((viottoe)))