La battaglia per l'incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi (quella sulle droghe) è stata vinta, ma ce n'è già un'altra: quella contro le pene comminate in base a tale norma e definite illegittime da una sentenza della Corte di Cassazione. È, infatti, questo il punto centrale della nuova campagna informativa portata avanti dalla Società della Ragione: «Attualmente la situazione è frammentaria - ha spiegato ieri a Udine Franco Corleone, coordinatore nazionale dei garanti per i detenuti -. Non sappiamo quanti casi siano stati riesaminati e che esito abbiano avuto, per questo chiediamo che si attivino le Procure. Penso però che i carcerati che stanno scontando una pena illegittima siano ancora qualche migliaio. Per questo - ha continuato - , siamo qui in occasione della nuova udienza del processo Rototom (ipotesi di reato: "agevolazione all'uso degli stupefacenti", ndr). Pensiamo che la cancellazione della Fini-Giovanardi possa essere uno spunto di riflessione per la Procura di Udine dato che è caduto l'impianto accusatorio del processo. Io credo che a questo punto finirà con un'assoluzione. La prossima primavera, comunque, organizzeremo un convegno per far riflettere su tempi, costi e senso della giustizia, in particolare per i processi simbolici». Il tutto con l'obiettivo di una riforma della legge sulle droghe «dopo la sbornia ideologica della Fini-Giovanardi - ha aggiunto Corleone -, e visto che è cambiato il contesto internazionale mentre in Italia c'è silenzio sul tema». La campagna per informare detenuti e loro legali della possibilità di chiedere che la pena venga rideterminata passa anche per il carcere di Udine: «Grazie alla cancellazione di quella legge, alla revisione del regime cautelare e all'affidamento in prova - ha spiegato Maurizio Battistutta, garante per i diritti dei detenuti di Udine -, la popolazione carceraria è calata da 220 a 170/180 persone, di cui il 50-60% immigrati. Rimane il problema del sovraffollamento e stiamo seguendo anche i percorsi per chiedere l'indennità. Inoltre, si fanno ancora poche attività occupazionali anche se sembra che ci sia l'ipotesi di riaprire la parte femminile del carcere per ospitarci laboratori».
Alessia Pilotto
Alessia Pilotto