UDINE - In Friuli Venezia Giulia due Camere di commercio anziché quattro. È la «possibile soluzione» per una riorganizzazione del sistema camerale regionale licenziata ieri dalla Giunta di Unioncamere Fvg, favoreli Udine, Gorizia e Trieste mentre Pordenone «si riserva ulteriori valutazioni nell'ambito dei propri organi». Una riflessione avviata per le conseguenze che deriveranno dal decreto legge varato dal Governo il 24 giugno e che se non sarà cambiato in sede di conversione porterà ad una drastica riduzione delle entrate delle Cciaa per il taglio sul diritto annuale a carico delle imprese. Per esemplificare, per Udine significherà perdere progressivamente, dal 2015 al 2017 dal 35% al 50% di 9,5 milioni.
Una condizione che sta interessando tutte le Cciaa italiane e in questo contesto ieri Unioncamere, presieduta da Giovanni Da Pozzo, ha individuato «in un sistema a due Camere di Commercio la possibile soluzione di una riorganizzazione che punti a una riduzione delle spese e contemporaneamente alla tutela delle specificità territoriali del sistema produttivo e all'ottimizzazione dei servizi e delle azioni rivolti alle imprese».
Nulla è ancora fattibile, però, finché non vi sarà una norma nazionale certa in materia, «poiché bisognerà conoscere quanto meno i criteri che essa pone», osserva Da Pozzo. Se, per esempio, si stabilisse che una Camera deve avere almeno 100mila imprese iscritte, l'ipotesi di Unioncamere Fvg andrebbe rivista. A giugno 2014, infatti, in regione risultano registrate 105.944 imprese, di cui 93.685 attive, con 130.678 localizzazioni registrate, con una concentrazione del 50% in provincia di Udine. Per ora pare che a livello nazionale si stia pensando ad un «bacino ideale» di 80mila imprese. Il sistema camerale è maturo per lo snellimento? «Se lo, è lo diranno gli eventi», risponde Da Pozzo. Intanto si sta lavorando per un'unica struttura regionale deputata a gestire le attività di internazionalizzazione e le funzioni delegate.
A.L.
© riproduzione riservata
Una condizione che sta interessando tutte le Cciaa italiane e in questo contesto ieri Unioncamere, presieduta da Giovanni Da Pozzo, ha individuato «in un sistema a due Camere di Commercio la possibile soluzione di una riorganizzazione che punti a una riduzione delle spese e contemporaneamente alla tutela delle specificità territoriali del sistema produttivo e all'ottimizzazione dei servizi e delle azioni rivolti alle imprese».
Nulla è ancora fattibile, però, finché non vi sarà una norma nazionale certa in materia, «poiché bisognerà conoscere quanto meno i criteri che essa pone», osserva Da Pozzo. Se, per esempio, si stabilisse che una Camera deve avere almeno 100mila imprese iscritte, l'ipotesi di Unioncamere Fvg andrebbe rivista. A giugno 2014, infatti, in regione risultano registrate 105.944 imprese, di cui 93.685 attive, con 130.678 localizzazioni registrate, con una concentrazione del 50% in provincia di Udine. Per ora pare che a livello nazionale si stia pensando ad un «bacino ideale» di 80mila imprese. Il sistema camerale è maturo per lo snellimento? «Se lo, è lo diranno gli eventi», risponde Da Pozzo. Intanto si sta lavorando per un'unica struttura regionale deputata a gestire le attività di internazionalizzazione e le funzioni delegate.
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