«Stipendi tagliati e servizi a picco»

Martedì 27 Gennaio 2015
Senza produttività e senza progetti speciali. Così oltre agli stipendi vanno a picco anche i servizi. Perché i progetti speciali sono quelli che permettono ai dipendenti comunali di avere orari elastici: quindi lavorare di sera e di notte se serve. Ne usufruisce la polizia municipale e pure gli operatori del sociale impiegati in strada con i servizi dedicati a prostituzione, tossicodipendenza e disagio. Del resto lavorare con le prostitute dalle 8 alle 14 è inutile. Quindi in questi casi togliere i progetti speciali significa azzerare servizi da sempre fiore all'occhiello del Comune di Venezia. Cosa diversa per i vigili che continuano a lavorare di sera e di notte, ma senza quel qualcosa in più in busta paga. Questo significa che gli agenti di polizia municipale perdono dai 300 ai 500 euro al mese su stipendi che si aggirano sui 1700-1800 euro. Se poi non arrivano un po' di soldi a sanare i bilanci comunali, nelle buste paga dei comunali ad aprile salta pure la produttività che sono altri 195 euro in meno al mese che pesano su stipendi medi che vanno dai 1300 ai 1500 euro. Ieri al Palaplip i dipendenti comunali riuniti in assemblea con i rappresentanti delle Rsu erano infuriati. Tra le azioni votate una manifestazione il 12 febbraio e un'assemblea l'8 il giorno di avvio del carnevale con tanto di volo dell'Angelo a San Marco. Mobilitazioni che uniscono tutte le single sindacali, quindi Cgil, Cisl, Uil, Diccap e Cobas.
A dare forma a quanto sta succedendo sono le storie di chi convive con i tagli. «Perdere 200 euro su stipendi di 1300 non è cosa da poco» dice Chiara che insegna in una materna comunale di Venezia ieri in assemblea. «I tagli prevedono anche il blocco delle assunzioni - aggiunge un collega educatore in un nido comunale di Marghera - quindi i precari, quelli assunti a settembre e lasciati a casa giugno, non ci saranno. Solo nell'asilo dove lavoro io ce ne sono due». Questo comporterà aumentare il numero di bimbi per educatore, tagliare il sostegno, abbassare il livello del servizio offerto alle famiglie. «Senza progetti speciali svanisce il lavoro di prossimità - dice Roberta educatrice delle Politiche sociali - tutto il lavoro portato avanti sul fronte prostituzione, tossicodipendenze, senza fissa dimora...». Convinti che se non ci sono gli operatori in strada anche i cittadini avranno ripercussioni negative. E su tutto l'incognita del "buco" nelle casse del Comune. «Prima 30, poi 60 adesso 95 milioni» spiega Antonio Vanacore delle Rsu. Quindi tra le richieste avanzate ieri in assemblea anche Commissioni trasparenza in Consiglio comunale, come chiesto dai Cobas, e «tagli ai dirigenti responsabili del disastro economico del Comune».
Raffaella Ianuale

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