Compravendita di auto, la stangata della Provincia che non c'è più

Giovedì 29 Gennaio 2015
Formalmente non esiste più, ma in attesa di trasformarsi in Città metropolitana la Provincia continua a "pesare" nelle tasche dei contribuenti. Nella fattispecie di quanti sono alle prese con un passaggio di proprietà di autoveicoli. Ogni pratica, a partire da quest'anno, costerà in media da 15 a 30 euro in più: è l'effetto dell'aumento dell'Imposta provinciale di trascrizione del passaggio di proprietà la cui aliquota a Venezia è passata dal 20 al 30%.
Lo ha stabilito, suo malgrado, il neo-commissario Cesare Castelli, chiamato a traghettare la Provincia, formalmente decaduta il 31 dicembre, fino all'insediamento della Città metropolitana. La Legge di stabilità, con il drastico taglio dei finanziamenti statali, comporterà per il 2015 un recupero di risorse da parte dello Stato di 28,4 milioni di euro dalla Provincia di Venezia. Una somma enorme, che comprende le decurtazioni stabilite nel 2013 e i contributi a Roma riferiti a 2014 e 2015, che il commissario si vede costretto a "tamponare" con l'aumento dell'imposta, al fine di chiudere in equilibrio il bilancio di previsione. «Si tratta, purtroppo, di una scelta obbligata - si legge in una nota del commissario - che inciderà in minima parte sui cittadini».
L'imposta provinciale in questione è proporzionale alla cilindrata dei veicoli trasferiti di proprietà e dovrebbe pesare mediamente per 15-30 euro a pratica. Sono esclusi per legge dall'imposta i passaggi di proprietà dei veicoli dei privati che li cedono alle concessionarie. Va detto che la maggior parte delle amministrazioni provinciali aveva già optato a suo tempo per l'aliquota massima del 30%: Venezia, assieme a una ventina di amministrazioni, si era finora "accontentata" del 20% mentre solo Ferrara, Ragusa a Matera, oltre alle province autonome di Aosta, Trento e Bolzano avevano aliquote inferiori o pari a zero.
Ma gli interventi per contenere il disavanzo saranno molteplici, fa capire Castelli, e riguarderanno «provvedimenti che incideranno sulla riduzione della spesa del personale dipendente e sulla spesa per funzioni non fondamentali», al fine di far quadrare i conti di Ca' Corner. Temi sui quali il commissario si è già confrontato la settimana scorsa con i rappresentanti delle Rsu e che saranno oggetto di trattative serrate nelle prossime settimane. In futuro, beninteso, la riduzione della spesa corrente sarà anche maggiore: se per il 2015 Province e Città metropolitane avranno un miliardo di lire in meno, il prossimo anno la "dieta" sarà di due miliardi e di tre nel 2017. Meglio prepararsi all'idea.
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