«Io, vittima delle "stranezze" dell'Ater»

Giovedì 24 Luglio 2014
Giampaolo Zane, ragioniere dell'Ater nel mirino della Guardia di Finanza con l'accusa di corruzione, falso e truffa nell'assegnazione di alcuni appartamenti, ha deciso di parlare e di rovesciare le accuse che lo hanno coinvolto.
Zane, quando inizia questa vicenda?
«Dal 2011, dopo l'arrivo del presidente Alberto Mazzonetto, è iniziata una serie di episodi strani. È partita l'informatizzazione dell'azienda, e per un paio di mesi non sono riuscito a lavorare. Mi sono stati portati via dall'ufficio i fascicoli che ricostruivano la storia degli inquilini dell'Ente con la scusa che dovevano essere digitalizzati. Avranno speso 20 mila euro in fotocopie, altro che scanner. Ma ne sono tornati solo il 20 per cento, in alcuni casi con documenti mancanti. E se li cerco con il computer non sempre la consultazione è facile. Nello stesso periodo sono stato coinvolto in una causa di mobbing, dalla quale sono stato successivamente assolto. Poi sono stato sospeso - provvedimento poi annullato - per un file nel mio pc che non potevo aver messo io perchè in malattia. Sono stato accusato dalla Corte dei Conti di danno erariale per aver agevolato la Fiadel, per dei locali in Baia del Re. Ma anche lì il giudice ha accertato che non avevo favorito nessuno e che l'affitto stabilito era congruo».
Lei contrattacca dicendo che molte case dell'Ater vengono lasciate sfitte. Quante?
«Circa 1300 in tutta la provincia. Ma c'è da aggiungere anche il piano vendita bloccato da tre anni e i contratti che scadono e non vengono rinnovati. Sia per il patrimonio non erp, cioè concesso a canone semilibero (e qui si parla di 250 case), sia per quello tradizionalmente a canone pubblico, la maggior parte degli alloggi. Ogni mese ci sono mancati introiti, se fossero rinnovati questi affitti potrebbero rendere ben di più».
Qual è il problema?
«Nel 2011 il presidente aveva deciso di cambiare il regolamento per la concessione degli alloggi in social housing. E io continuavo a scrivere lettere a lui e al direttore perchè intanto ci si poteva basare sul regolamento vecchio, per incamerare cifre comunque superiori dagli inquilini. Nel 2012 la Regione ha addirittura annullato il regolamento proposto da Mazzonetto, giudicandolo troppo oneroso per gli inquilini. Da allora è ancora tutto fermo e secondo me abbiamo accumulato mancati introiti almeno per 500 mila euro. Gli appartamenti li abbiamo per affittarli, non per tenerli vuoti anche se a volte si ricava un po' meno di quanto si potrebbe. Ma non siamo una immobiliare privata».
E per l'edilizia pubblica?
«Non è il mio settore, comunque la mancanza dell'attestazione di prestazione energetica per gli alloggi ha rallentato anche lì il rinnovo dei contratti».
La accusano di aver favorito qualcuno nelle assegnazioni...
«Quando fu fatta la graduatoria per 72 alloggi in centro storico facevo parte della commissione che ne redigeva i criteri, ma insieme a me c'erano un funzionario della Regione e uno del Comune. Facevo parte anche della commissione per i canoni, ma la graduatoria non c'era ancora: sarebbe stato difficile favorire qualcuno. Ma poi chi sarebbe così stupido da sganciare una mazzetta per pagare poi fino a 800 euro di affitto per un contratto da tre anni più due? Altra cosa sono le assegnazioni con decreto "su indicazione della direzione". Quelle carte non le ho firmate io, nè avrei avuto il potere di farlo».
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