Mose, Ca' Farsetti chiede le carte

Sabato 30 Agosto 2014
Ca' Farsetti vuole sapere. E soprattutto avere "contezza" delle indagini sul Mose. Ovviamente, tutto al termine dell'impegnativa inchiesta sulla Tangentopoli veneziana. E così si riaffaccia l'ipotesi, già balenata nei primi turbolenti giorni della "retata storica" con l'arresto del sindaco Giorgio Orsoni, di una volontà da parte dell'Amministrazione comunale di costituirsi parte civile nell'inchiesta. Una situazione comunque nuova, rispetto a quanto avvenne il 9 e il 10 giugno scorso, nel pieno della bufera giudiziaria, quando l'allora vicesindaco Sandro Simionato a nome dell'Amministrazione comunale (con tanto di sindaco Orsoni ai domiciliari) aveva annunciato la volontà di costituirsi parte civile contro i reati che allora avevano coinvolto parecchi dei protagonisti della vicenda (concussione, riciclaggio, corruzione) evitando così di coinvolgere il sindaco Orsoni, finito nell'inchiesta solo per il reato di presunto finanziamento illecito.
Ora, però, a distanza di due mesi da quelle vicende, il Comune retto dal commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto ha deciso una nuova azione concertata sottolineando la volontà ipotetica di dichiararsi parte lesa e di aver subito un evidente danno, e non solo di immagine, da tutta la vicenda Mose. «Il provvedimento, - mette le mani avanti il Comune con una nota ufficiale - che non è una costituzione di parte civile non possibile in questa fase del procedimento penale, servirà a consentire all'Amministrazione comunale di essere costantemente informata sull'andamento delle indagini in corso».
In sostanza, Ca' Farsetti sottolinea così una sorta di "manifestazione di interesse" nei confronti dell'indagine che, una volta terminata, potrebbe portare ad un atto legale ufficiale nei confronti delle personalità coinvolte nella vicenda. «Il Comune - conclude la nota del commissario Zappalorto - con la delibera odierna, si riserva quindi ogni decisione sulla costituzione di parte civile al momento opportuno, seguendo le indicazioni del Consiglio comunale e puntando poi alla quantificazione del danno patito dalla comunità e dall'ente locale».

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