Profughi, tre centri a Venezia

Giovedì 24 Luglio 2014
L'unico dato certo è che in Veneto arriveranno entro oggi duecento profughi provenienti dai centri di smistamento del Mezzogiorno. Il resto rimane relegato ai tavoli di lavoro della Prefettura, durante i quali sono emerse alcune ipotesi. Si tratta per lo più di luoghi dismessi di proprietà del Demanio, ma anche da tempo inutilizzati e non idonei ad ospitare persone senza un'adeguata ristrutturazione.
Nella riunione di ieri mattina in Prefettura, cui hanno partecipato i rappresentanti delle sette province del Veneto, sono emerse alcune ipotesi, alcune delle quali subito cassate come quella di una ceserma in centro a Padova. Sui quattro o cinque siti che finora resistono e che saranno vagliati nei prossimi giorni anche dal punto di vista tecnico, ben tre si trovano in provincia di Venezia di cui uno sul territorio comunale. Si tratta comunque di siti "candidati" per i quali è stata manifestata una disponibilità teorica, non di una scelta fatta.
Il primo sito non è in una posizione molto favorevole, dal momento che è inserito comunque nel contesto urbano, sia pure in una posizione periferica. Si tratta dell'ex scuola elementare di Trivignano. È un edificio che da più di un anno il Comune intende dismettere e che finora non ha trovato un compratore. Per le sue caratteristiche, ampia superficie coperta, circondata da un giardino recintato (in tutto, poco più di duemila metri quadrati), potrebbe in linea teorica ospitare qualche decina di persone per un numero limitato di giorni. Nulla di fatto e deciso, comunque: il Comune ha manifestato la disponibilità a utilizzare allo scopo un edificio già posto in vendita. Ora serviranno alcune verifiche sull'effettiva utilizzabilità.
Le altre due zone sono ex basi militari nel territorio del Sandonatese.
Quella di Ceggia in via Piavon, già base missilistica della Nato durante la Guerra fredda, attualmente ospita solamente le vestigia di quello che era un tempo. Abbandonata da almeno vent'anni, essa dispone però di un ampio spazio scoperto, essendo situata su un terreno esteso per 22 ettari.
L'ultima ipotesi per ora sul tavolo riguarda un'altra ex base missilistica, quella di Marteggia, in comune di Meolo. Anche qui si tratta di una struttura abbandonata a se stessa, che abbisognerebbe di una notevole mole di interventi per renderla sicura anche per costruirvi una tendopoli estiva.
Intanto, la Prefettura prende tempo in attesa di una definizione.
«Nuovi ed imminenti arrivi - si legge nell'ultima nota diramata - saranno ripartiti tra i diversi territori provinciali sulla base del criterio oggettivo di ripartizione utilizzato per la distribuzione in ambito nazionale tra le regioni, e cioè il criterio della densità demografica».
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