«Addio al buco nel Grappa, soluzioni per l'imbuto di Carpanè e S. Marino»

Martedì 23 Settembre 2014
Sulle grandi opere ognuno dice la sua. Di recente ad esempio l'on. Busin, thienese della Lega, ha dichiarato che la Valdastico «è già dimenticata», pochi giorni dopo che invece erano emerse notizie su probabilità in aumento. Sono decenni che si va avanti così. Invece i gruppi coalizzati per il "No traforo" che cosa pensano? Cosa è emerso dall'happening di borgo Carlessi a Romano? I vari comitati e associazioni coalizzati si stanno facendo una convinzione, da contatti e informazioni. Che cioè la Valdastico appare in netto vantaggio sulla Valsugana. C'è un argomento decisamente a favore: non costerà nulla allo Stato, ma sarà autostrada costruita dai privati. Mentre il project financing della Valsugana, finito nel tritacarne dei sospetti dopo l'esplodere del caso Mose, è in netta fase di decadenza. In più, il traforo del Grappa appare opera colossale, costosissima, inarrivabile nei tempi attuali. Si attende che il ministro Lupi trovi una formula capace di vincere le resistenze trentine e la Valdastico dovrebbe avanzare, lasciando la Valsugana al palo. E allora, qui si tratterebbe "solo" di sistemare i nodi di Carpanè e San Marino, specie il primo. Si rispolverano progetti degli anni passati per soluzioni fattibili. Ai tempi d'oro la Comunità Montana ne commissionò e ne fece pagare (per lo più alla Regione) vari, e il dibattito di 30 anni sulla Valsugana ha partorito anche altri contributi e proposte. La ferrovia, invece, sarebbe affare dei trentini.