Giuliano Stefani comincia lo sciopero della fame e poi s'incatenerà

Lunedì 22 Settembre 2014
MAROSTICA - Scatta oggi lo sciopero della fame di Giuliano Stefani. La protesta annunciata in forme eclatanti prende forma: «Mi alimenterò solo con liquidi, rinunciando ai cibi solidi - spiega l'ex sindacalista Cisl, residente nell'ormai celebre condominio di quartiere San Benedetto di Marostica - per protestare contro il Comune e l'Ater che da quindici anni negano a me e ad altri residenti i nostri diritti, con balzelli non dovuti». La polemica, nota, riguarda i famosi oneri per le manutenzioni di aree comuni che, secondo Stefani e gli altri, vengono da sempre addebitati a loro ma senza un fondamento giuridico, perché le aree in questione sono pubbliche, comunali. Mentre a questo riguardo, sempre secondo i residenti, valgono invece le convenzioni stipulate tra Ater, Comune e quartiere dagli anni '90 in poi. «Attiverò il mio medico di base - prosegue Stefani - per dei controlli a fine settimana. Andrò avanti fino a che non saranno riconosciuti i nostri diritti negati da tre lustri, e la rifusione delle spese sostenute finora come da lettera spedita dal nostro avvocato da mesi e mesi». E la protesta, ad un certo momento e in un certo luogo, che per ora non vengono svelati, salirà ulteriormente di grado: «Ho già acquistato catena e lucchetto - dice il pensionato - per incatenarmi pubblicamente».
Da oggi dunque una dieta fatta di bevande, acqua, tè, succhi, cappuccini, caffè e brodini. Intanto, domani sera, il Comune ha convocato un incontro pubblico sui problemi di San Benedetto. Mentre presto si riunirà la commissione consiliare che esaminerà le carte della scottante vicenda. «All'assemblea ci andiamo, ma se cominciano a ripetere le solite storie, dopo qualche dichiarazione ci alziamo e ce ne andiamo - conclude Stefani - Non abbiamo nulla da aggiungere e per noi la questione è chiara. Non abbiamo voglia di farci trascinare in provocazioni. Due anni fa un documento del Comune chiarì perfettamente di chi è la proprietà delle aree».
Claudio Strati