La bottega ai raggi X Sulla grande area industriale invece la politica non sa

Domenica 20 Aprile 2014
Una bottega di pochi metri quadri, aperta da pochi mesi. Frutta e verdura, cestini di ottime fragole a 50 centesimi. In zona San Vito il commerciante, ora che ha appena cominciato a farsi un giro di clientela, dovrà sloggiare e si è già trovato una sistemazione a San Giacomo di Romano, dove dovrà ripartire da zero.
Cos'è accaduto? Ci racconta che gli uffici comunali hanno passato ai raggi X la situazione della destinazione del negozietto. Lo hanno chiamato e un ingegnere gli ha squadernato la situazione dagli anni Sessanta in poi del negozio che lui ha preso in affitto. Era un negozio, ma anni fa ha ospitato un meccanico di biciclette, e nell'occasione è diventato artigianale. Destinazione poi mai cambiata.
Quindi oggi un'attività commerciale non ci può stare, mancano i parcheggi di rito. Oddio, parcheggeranno quattro auto alla settimana, ma la legge è legge: dura sed lex. Ovviamente il commerciante non ha colpe, la pratica doveva farla il proprietario ma non l'ha portata a termine. Soluzione: il negoziante trasloca.
Zelo e precisione teutonici, verrebbe da dire. Chapeau agli uffici comunali per l'efficienza: hanno complicato un po' la vita al commerciante, ma hanno fatto il loro dovere.
Spostiamoci di qualche centinaio di metri in linea d'aria e arriviamo in via Trozzetti, zona ex Smalterie. Qui c'è l'area ex Iar Siltal, ora acquisita da Pengo spa e al centro dell'ultimo caso politico urbanistico dell'amministrazione Cimatti. Area industriale storica, 70 mila metri quadri, dei quali metà coperti.
Qui la questione della destinazione d'uso non l'hanno sollevata gli uffici, ma l'assessore all'urbanistica Mauro Beraldin prima e, in consiglio, i due consiglieri Gianandrea Borsato e Paola Facchinello con un'interpellanza.
Domanda: l'area è industriale, ma pare che l'attività che vi viene ora svolta sia commerciale. Il sindaco ne sa qualcosa? Se c'è cambio di destinazione ci sono degli oneri da recuperare alle casse comunali?
In questo caso, però, nonostante la vastità del problema, non giungono risposte precise quanto quelle per la bottega di San Vito.
Da mesi la nuova proprietà sta lì ma, ha risposto il sindaco Stefano Cimatti, come riportato dal Gazzettino, «non è chiaramente precisato quale sia la ditta utilizzatrice né quale sia l'attività produttiva svolta all'interno dell'immobile e, proprio per questo, il dirigente ha richiesto ulteriori integrazioni per definire al meglio il tutto. Una volta che le avremo riusciremo a capire se esiste la necessità o meno di un cambio di destinazione d'uso».
Il sindaco ha poi parlato della possibiltà di 400 mila euro da incassare, ma c'è chi sostiene invece che potrebbero, se il cambio della destinazione d'uso fosse reale, raggiungere il paio di milioni. E poi ci sarebbero anche migliaia di metri quadrati di standard di parcheggi da acquisire...
Su tutto, però, nessuna precisione. Bisognerà attendere le dichiarazioni dell'impresa.
Dalla botteghetta all'industria pare proprio che cambi un mondo.
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