Madonna del Pedancino bicentenario delle feste Cismon si prepara addobbando gli archi

Giovedì 24 Luglio 2014
CISMON DEL GRAPPA - Ricorre quest'anno il bicentenario dei festeggiamenti decennali in onore di «Nostra Signora del Pedancino», che vedranno il comune di Cismon, dove si stanno allestendo i maestosi archi in ogni contrada per il passaggio della storica processione, al centro di una manifestazione che va al di là del pur importante aspetto religioso.
Un avvenimento molto atteso, che offre l'occasione per ricollegarsi, seppure idealmente, con le centinaia di emigranti cismonesi e valligiani, costretti a lasciare la loro terra per varcare l'oceano in cerca di miglior fortuna, portandosi appresso, oltre alla valigia di cartone, anche l'immagine della «loro» Madonna del Pedancino. È noto, infatti, che in Brasile, dove intere comunità sono formate da emigranti cismonesi e loro discendenti, sono state erette oltre una decina di chiese dedicate alla Madonna del Pedancino, in ognuna delle quali il compianto parroco don Dino Secco ha portato, di persona, nei numerosi viaggi in terra carioca per mantenere il collegamento tra gli emigranti e la terra d'origine, preziose statue della Vergine.
Nell'ambito dei numerosi festeggiamenti decennali in programma, è prevista, il giorno di ferragosto, anche la «Festa dell'emigrante», per accogliere ed abbracciare quelli che ritorneranno per l'occasione in Valbrenta.
L'origine della devozione della Madonna del Pedancino risale per tradizione alla fine del '700, quando la statua lignea sfuggì alla persecuzione iconoclasta dell'imperatore di Costantinopoli Leone Isaurico e fu ritrovata, in seguito, da un pastore ai piedi del monte Incino, prendendo il nome di «Madonna del Pedancino». Le feste decennali, invece, prendono il via da un fatto accaduto il 18 agosto del 1748, quando una tremenda alluvione devastò la Valbrenta e le acque del Cismon distrussero la chiesetta della Madonna del Pedancino, trasportando la statua della Vergine nelle acque del Brenta e giù, per oltre 30 km, sino a Friola di Pozzoleone, dove giunse intatta e quindi riportata in processione a Cismon. Dal 1814, ogni 10 anni, si celebra questa ricorrenza. Il 18 agosto ci sarà il clou del percorso religioso delle feste decennali con la processione solenne, cui parteciperà il vescovo mons. Antonio Mattiazzo, lungo le vie del paese con miriadi di fiori alle finestre delle case ed in ogni angolo del paese, passando per i coreografici archi allestiti, a tutto sesto, in ogni contrada e ricoperti, come da tradizione, da rami di abete che profumano di resina.Roberto Lazzarato

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