Rimandati nelle materie "vere", un problema

Lunedì 1 Settembre 2014
Si stanno svolgendo in questi giorni gli esami di recupero per gli studenti bassanesi il cui giudizio a giugno è stato sospeso in attesa di verifica. Molti i corsi attivati nel mese di luglio anche se, nel complesso, gli studenti «rimandati» risultano inferiori rispetto allo scorso anno, per un totale di 1556 tra i licei Brocchi e Da Ponte, itis Fermi, itcg Einaudi, Remondini e ipsia Scotton. La media è di due debiti a testa e la concentrazione di insufficienze si registra nel biennio in cui avviene la prima grande scrematura.
Le discipline più ostiche sono quelle di sempre: matematica, fisica, economia, latino e inglese, in altre parole, le materie di indirizzo. «Matematica e fisica», considera Marilena Valle, preside del liceo scientifico Da Ponte, «sono le materie maggiormente approfondite e nelle quali agli studenti è richiesta una marcia in più, anche se - conclude - è ancora oggetto di studio nazionale il motivo della concentrazione di insufficienze proprio nelle discipline che caratterizzano l'indirizzo scelto dal ragazzo». Alcuni polemizzano l'eccessivo distacco tra la fine dei corsi e l'esame. «Questo metodo», afferma Giampaolo Marzarotto, vicepreside dell'itis Fermi, «è troppo dispersivo». «Il lasso di tempo», puntualizza invece la dirigente del Da Ponte, «è necessario per lo studio individuale in vista della verifica».
Il sistema della sospensione del giudizio in luogo dei cosiddetti «asterischi» sembra tuttavia funzionare, nonostante la difficoltà logistica nell'organizzazione dei corsi estivi. «Il giudizio in bilico», spiega Patrizia Ferrazzi, dirigente dell'Einaudi, «rischia da un lato di rovinare l'estate ai diretti interessati ma, in compenso, obbliga i ragazzi a studiare motivandoli maggiormente. La scuola - prosegue - non deve insegnare solo nozioni ma è rivestita soprattutto del compito di educare alla fatica e all'impegno perché - conclude - la vita non fa sconti».
«Il sistema scolastico attuale», considera Gianni Zen, preside del liceo Brocchi, «è troppo burocratico e non del tutto efficiente. Un buon metodo - propone - sarebbe quello della valutazione biennale oppure quello delle classi aperte, già sperimentate all'estero, con le quali un ragazzo che non raggiunge la sufficienza in una disciplina viene promosso al livello successivo, studiando però per recuperare la materia interessata. Per attuare un tal meccanismo, tuttavia - conclude concorde la preside del Da Ponte - sarebbe necessaria una riforma alla sorgente».
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