Veneto, prima retromarcia sui fuoribusta
I partiti annunciano: «Adesso si cambia»

Giovedì 27 Settembre 2012 di Alda Vanzan
Una seduta del consiglio a palazzo Ferro Fini (archivio)
VENEZIA - Prima annunciano querele, poi fanno scattare l’operazione glasnost. Prima si infuriano con il Gazzettino per aver spiegato il nuovo meccanismo del rimborso spese forfettario ed esentasse per i 60 consiglieri regionali, poi - alcuni - corrono ai ripari.



Basta rimborso forfettario - annuncia il Pd - d’ora in avanti ai consiglieri democratici i rimborsi saranno solo con pezze giustificative. L’Idv mostra subito le buste paga: ieri sera erano on-line quelle di Pipitone e Marotta. Mentre la Sinistra di Pettenò, prima ancora che i revisori dei conti comincino a guardare i malloppi di carte (la prima riunione c’è stata ieri mattina), pubblicizza il rendiconto 2011 del gruppo (per la cronaca: 41.663,68 euro di entrate, 42.003,71 euro di uscite. È forse l’unico gruppo che non si avvale del finanziamento sostitutivo per mancata assegnazione del personale).



GZ-stipendi consiglieri.EPS



E tutto questo mentre il governatore Luca Zaia, da Roma dove le Regioni hanno presentato al Governo una proposta per ridurre ulteriormente i costi della politica, "liquida" il rimborso forfettario esentasse fuori busta: «C'è poco da discutere e senza entrare in termini tecnici, che sono di competenza del Consiglio, credo che l'unica risposta da dare, una risposta lampante e scontata, sia quella di reintrodurre la cifra nella busta paga dei consiglieri. Ma la vera soluzione è creare un'indennità unica e nulla più, senza cifre accessorie, benefit e quant'altro».



È un benefit il fuori busta esentasse da 2100 euro al mese per i consiglieri regionali del Veneto? Nella conferenza stampa organizzata ieri a Palazzo Ferro Fini, l’ufficio di presidenza al gran completo - Clodovaldo Ruffato, Matteo Toscani (l’unico che non ha aperto bocca), Franco Bonfante, Moreno Teso e Raffaele Grazia - ha respinto l’etichetta di evasori, ha ribadito che la legge consente questo meccanismo, che, insomma, è tutto in regola e che è stato meglio dare la gestione ai gruppi perché i gruppi sanno controllare l’attività sul territorio. In effetti la controllano così bene che da aprile, quando è scattata la partita di giro, il fuoribusta hanno continuato a prenderlo tutti i 60 consiglieri. Come prima. Senza limiti. Anche nel mese di agosto quand’erano, i più, in ferie.



In conferenza stampa l’Ufficio di presidenza ha difeso il "Palazzo di Vetro" sbandierando una cronaca del Gazzettino del 23 dicembre in cui si annunciava il nuovo stipendio dei consiglieri con le riduzioni alle indennità e già lì si parlava del rimborso spese gestito non più dal consiglio ma dai gruppi. Peccato che la determinazione del rimborso spettasse all’ufficio di presidenza e che la relativa delibera, approvata tre mesi dopo, non sia mai stata pubblicizzata da alcun consigliere, neanche per le maggiorazioni di rimborso - novità - ai gruppi più piccoli. Anzi: qualcuno ha poi sbandierato la busta paga ridotta rispetto al passato glissando sul fuori busta. Comunque, acqua passata e giro di vite: dopo aver dimostrato che gli emolumenti dal 2005 ad oggi sono calati, in serata Palazzo Ferro Fini ha diffuso una tabella con tutte le voci dello stipendio.



Moreno Teso ha annunciato che martedì presenterà la "Delibera Trasparenza": «Tutto deve essere pubblico. Anche le nostre delibere». Ruffato si è deciso a mettere la mani sul sito istituzionale del consiglio perché i dati siano on-line. Sulla stessa linea Grazia. Che però, pur senza citarlo, è tornato ad attaccare la stampa: «Quello che è successo in Veneto è grave e adesso guardate cosa scrive la gente su Facebook: io sinceramente ho paura. Non vorrei che succedesse qualcosa. Perché in quel caso sapremmo quali sono i mandanti».



L’opposizione, intanto, si muove da sola e comincia a rendere noti stipendi (l’Idv) e bilanci (la Sinistra). Ma, per ora, è solo il gruppo del Partito democratico a introdurre le pezze d’appoggio per i rimborsi: una nota annuncia la pubblicazione online della dichiarazione dei redditi e dello stato patrimoniale dei singoli consiglieri, del bilancio del gruppo che dovrà essere certificato da una società esterna. E, appunto, lo stop al forfait: "Erogazione dei rimborsi ai consiglieri dietro presentazione di pezze giustificative". Gli altri gruppi faranno altrettanto? Dalle file della maggioranza si fa sentire, controcorrente, solo Toscani. Che richiama i giornali a evitare forzature, ma richiama soprattutto i colleghi: «Non siamo il Lazio né la Sicilia, ma se vogliamo riguadagnare il rispetto dei cittadini dobbiamo garantire il massimo della trasparenza».
Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA