Apple contro gli hacker, arriva il brevetto per rendere inattaccabili iPhone e iPad

Domenica 1 Febbraio 2015
Apple contro gli hacker, arriva il brevetto per rendere inattaccabili iPhone e iPad
Apple vuol fermare gli hacker. Il colosso di Cupertino, tirato in ballo qualche mese fa per la fuga sul web di foto osè di alcune attrici come Jennifer Lawrence, sta studiando un sistema che impedisca i cyber-attacchi al processore che governa le funzioni vitali dei suoi dispositivi.



Nel frattempo si scopre che il BlackPhone, telefono "anti-intrusione" presentato con grande enfasi in pieno Datagate, non è poi così sicuro: ha un "bug" nell'applicazione di messaggistica istantanea che consente di leggere i dati. Apple ha presentato all'ufficio brevetti americano a fine 2013 - ma non si sa ancora quando verrà applicato - un meccanismo che impedisce agli hacker di accedere al cuore dei suoi dispositivi, il processore, arrivando così alla connessione alla rete cellulare e alla gestione dei dati cifrati. Il sistema in particolare blocca gli attacchi che sfruttano meccanismi in grado di saturare i "core" di un processore, in pratica il suo nucleo, impedendo quindi di mandare in tilt le funzioni vitali di controllo di un iPhone.



È solo uno dei tentativi di Apple di rafforzare la sicurezza. Qualche mese fa, Cupertino ha migliorato iCloud con il sistema di doppia autenticazione, una mossa necessaria dopo il furto di foto hot ai danni di celebrità di Hollywood (su cui ha aperto un'indagine interna e ha indagato anche l'Fbi) e ancora più importante alla luce del lancio dell'Apple Pay, con cui la compagnia ha chiesto la fiducia degli utenti per trasformare il telefonino in un portafoglio.



Inoltre, l'azienda guidata da Tim Cook, ha preso anche una forte posizione in termini di protezione dei dati degli utenti, argomento sensibile alla luce del Datagate: a settembre ha annunciato che non sbloccherà più iPhone e iPad criptati - quindi bypassando le password degli utenti - su richiesta delle forze dell'ordine o dei servizi di intelligence. Una mossa che in qualche modo risponde alle critiche degli utenti nei confronti dei big della tecnologia messi a nudo dalle rivelazioni di Edward Snowden.



Utenti che nel frattempo si sono buttati su una serie di servizi (come le app Secret e Whisper) o dispositivi che garantiscono l'anonimato. Come il Blackphone, il primo cellulare anti-intrusione: in commercio da luglio 2014, il primo lotto è andato sold-out in poche ore. Ma oggi si scopre che il dispositivo non è così sicuro.



Secondo il blog specializzato ArsTechnica, infatti, ci sarebbe un 'bug' nell'applicazione di messaggistica che permetterebbe ad hacker e affini - quindi anche all'intelligence - di decifrare i messaggi, accedere ai contatti e controllare funzioni vitali del telefono.
Dopo la segnalazione, gli ingegneri di BlackPhone avrebbero risolto il bug, ma resta il dubbio che nulla di questi tempi è davvero sicuro.
Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 17:10

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