Un tempo li chiamavano i Bot-people. Presto probabilmente, andranno ribattezzati come i Btp-people. Il Tesoro quest’anno spingerà il piede sull’acceleratore per collocare più debito pubblico possibile nelle mani dei risparmiatori italiani. Lo aveva anticipato qualche settimana fa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ricordando come la quota detenuta dalle famiglie fosse scesa negli anni dal 20 per cento a poco più del 6 per cento. Ma adesso la strategia è stata confermata anche nel piano di emissione del debito pubblico per il 2023 messo a punto dal Tesoro a cavallo di Natale. Durante l’anno, si legge nel documento, torneranno «una o più emissioni» del Btp Italia.
IL RITORNO
Il Tesoro, poi, potrebbe tornare sul mercato con il Btp Futura, un titolo destinato esclusivamente ai risparmiatori e che assegna un premio alla scadenza in base all’andamento dell’economia. Fu usato per la prima volta nel 2020 per finanziare i provvedimenti per fronteggiare la crisi del Covid. Ma nel suo piano il Tesoro parla anche della possibilità «di proporre ulteriori nuovi strumenti che possano risultare di interesse per il pubblico retail». Di cosa si tratta? La direzione del debito pubblico guidata da Davide Iacovoni, per adesso tiene le carte coperte. Ma una delle ipotesi è che i nuovi prodotti riservati ai piccoli risparmiatori possano contenere una sorta di “premio fedeltà”. In pratica un rendimento extra da assicurare a chi compra i nuovi Btp destinati alle famiglie e che già in passato ha sottoscritto un Btp Italia o un Btp Futura e lo ha mantenuto fino alla scadenza. Giorgetti considera il coinvolgimento dei risparmiatori italiani un elemento «centrale» nella strategia del debito pubblico. In primo luogo perché in questo modo sarà più facile controllare la volatilità dei rendimenti. Ma anche perché se ci sono da pagare ricchi interessi è meglio che a incassarli siano gli italiani, visto che sono gli stessi che li finanziano con le loro tasse.
Quest’anno la gestione del debito pubblico sarà una delle principali sfide. L’Italia deve collocare tra 310 e 320 miliardi di euro. E deve farlo in un contesto in cui la Bce ha alzato i tassi, ha ridotto la liquidità alle banche e ha iniziato a tagliare gli acquisti diretti di titoli di Stato dei Paesi dell’area euro. Insomma, alcuni dei principali canali di finanziamento del debito di questi ultimi anni saranno asciugati. Ne vanno trovati di nuovi, e i risparmiatori italiani hanno depositati sui loro conti oltre 1.200 miliardi. Vanno solo convinti e invogliati ad investire nel debito pubblico.