Chernobyl è sempre lì. Vicino a noi. E quando se ne parla, fa ancora paura. Sono passati moltissimi anni. Però, come accade in questi giorni, nelle masse di uranio sepolte nel reattore numero quattro della centrale nucleare (esplosa nel 1986) «sono riprese reazioni di fissione nucleare».
L’ombra di Fukushima sulla fiaccola olimpica
The first and only existing photo of Chernobyl on the morning of the nuclear accident, April 26th, 1986. The heavy grain is due to the huge amount of radiation in the air that began to destroy the camera film the second it was exposed for this photo. pic.twitter.com/HkHtlQIbig
— Weird History (@WeirdHistoryPlX) May 8, 2021
Come tizzoni - «È come se ci fossero tizzoni in un barbecue», spiega Neil Hyatt, chimico dei materiali nucleari all'Università di Sheffield, in una intervista rilasciata alla rivista Science. I sensori hanno registrato un numero crescente di neutroni, il segnale di una reazione di fissione nucleare, in arrivo da una delle stanze inaccessibili del reattore, ha spiegato Anatolii Doroshenko, dell'Istituto per i problemi di sicurezza degli impianti nucleari di Kiev.
«Ci sono molte incertezze, ma non possiamo escludere la possibilità di un incidente», ha aggiunto il suo collega in Istituto, Maxim Saveliev, precisando che «il conteggio dei neutroni aumenta lentamente». Quando si è sciolto il nucleo del reattore, le barre di uranio usate come combustibile, il loro rivestimento di zirconio, le barre di grafite, e sabbia si sono riversate, come lava. Sono precipitate nella cantina dell'ingresso del reattore dove si sono pietrificate in quello che viene definito Fcm (Fuel containing material) in cui si trovano 170 tonnellate di uranio irradiato.
Il tema dell'acqua piovana - Il “sarcofago” costruito intorno al reattore un anno dopo l'incidente aveva lasciato passare l'acqua piovana, acqua che rallenta i neutroni e quindi aumenta la probabilità di uno scontro con l'uranio, quindi di generarne altri a catena attraverso la fissione del nucleo dell'uranio. In coincidenza con forti piogge, il contatore dei neuroni segnava picchi, ma poi tornava ai livelli normali. Il nuovo manto avrebbe dovuto proteggere il reattore anche dall'acqua, e così ha fatto. Fino a che in alcuni punti, i neutroni hanno ricominciato a crescere, arrivando quasi a raddoppiare in quattro anni, in corrispondenza della stanza 305/2.
Paura per la reazione di fissione - L'ipotesi è quella che con l'asciugarsi dell'Fcm, siano più facili gli scontri fra neutroni e atomi di uranio. Se così fosse, la reazione di fissione potrebbe accelerare anche esponenzialmente, arrivando a rilasciare energia nucleare in modo non controllato. Non come quello che è avvenuto nel 1986, sottolineano gli scienziati ucraini. Sarebbe contenuta, ma potrebbe comunque far crollare alcune sezioni non stabili dell'edificio, rilasciando polvere radioattiva nella nuova struttura di protezione.
Riserva naturale - Nel frattempo, in assenza di esseri umani, la regione intorno a Chernobyl viene “bonificata” dalla natura. Circa 35 anni fa 350.000 persone furono evacuate dal territorio per il disastro nuclerare. Le autorità ucraine hanno detto più volte che l'area potrebbe essere «non adatta agli esseri umani per altri 24.000 anni».
Oggi, tuttavia, è una delle riserve naturali più belle e incredibili che si possano trovare. Nella zona prosperano animali in via di estinzione, inclusi i meravigliosi cavalli di Przewalski.
“Wolf numbers are seven times higher, likely due to much lower hunting pressure in the Chernobyl Exclusion Zone."
With the entire zone still largely closed off to humans, the region has unexpectedly become a safe space for wildlife to thrive.https://t.co/KRIGkeIQCU— Wolf Conservation Center (@nywolforg) May 9, 2021
Per molti decenni questi cavalli sono stati considerati l'ultimo cavallo veramente selvaggio al mondo. Negli anni '70 erano quasi estinti in natura, ma un programma di riproduzione in cattività riuscì a salvare la specie dall'estinzione. Oggi, diverse centinaia vivono allo stato brado nelle steppe dell'Asia e in Europa, ma c'è anche una popolazione in costante crescita - con sorpresa di molti - a Chernobyl. E «il numero dei lupi è sette volte superiore alla media», hanno detto gli esperti.