La modella israeliana Noam Mazal Ben-David è stata costretta a fingersi morta per due ore circondata da un mucchio di cadaveri, dopo che il suo fidanzato David Neman e altre centinaia di persone sono state uccise dai terroristi di Hamas durante la strage del rave.
Noam è riuscita così a contenere il suo dolore per quasi due ore, nascosta in un cassonetto sotto il cadavere del suo ragazzo e questo le ha salvato la vita. Ora, ricoverata in ospedale, ha descritto la sua terrificante esperienza testimoniata anche da alcune foto scattate con il suo telefono cellulare. La giovane ha raccontato in lacrime come quella che era iniziata come una giornata felice si è trasformata in un istante in un incubo.
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Il racconto
La coppia è arrivata al festival alle 6.30 del 7 ottobre. Mentre una serie di forti esplosioni squarciavano il cielo, Noam ha pensato che si trattasse di uno spettacolo pirotecnico ed ha tirato fuori il cellulare per immortalare la scena, ignara del pericolo imminente. Ma in pochi istanti si è diffuso il cos: il cielo era illuminato dai missili lanciati da Gaza. Il panico è aumentato quando fu detto loro di fuggire. I terroristi di Hamas avevano sfondato il muro di separazione fortificato di Israele ed erano entrati nel paese da Gaza, aprendo il fuoco su circa 3.000 israeliani che si erano riuniti per celebrare la festa ebraica di Sukkot. «Ci hanno circondato e hanno continuato a sparare, senza sosta. Ho sentito una ragazza urlare: "Per favore, no". Ma è stata subito rapita. Le hanno fatto cose terribili, terribili», ha raccontato la ragazza.
After her lover, David & others were shot by Hamas, 27-year-old Israeli model Noam BenDavid had to spend 2 hours pretending to be dead amidst bodies.
'I hid under my boyfriend's body as Hamas slaughtered.'#IsraelGazaWar #IsraelAttack #BidenAdministration #IsraelGazaWar pic.twitter.com/qpNoXWmSDg— Aditya Rathore (@imAdityaRathore) November 5, 2023
La strage
Noam, che non era riuscita a fuggire con la sua macchina perché i terroristi bloccavano le uscite, ha ricordato come chiamavano disperatamente parenti e amici, condividendo le loro posizioni e chiedendo aiuto. «Quando gli uomini armati di Hamas si sono avvicinati, David mi ha preso e mi ha gettato sul retro del container dicendomi di andare più giù possibile. Uno di loro è saltato dentro e ha gridato "Allahu Akbar", è esplosa una bomba e hanno iniziato a sparare senza sosta. È stato un massacro
David è stato colpito al petto ed è morto sul colpo cadendole addosso, mentre un'altra ragazza, sdraiata sopra di lei, è stata colpita alla spalla. Noam ha chiuso gli occhi e si aspettava di non riaprirli mai più. È riuscita a sopravvivere grazie alla sua determinazione. L'orrore si è trasformato in silenzio, il suo corpo giaceva assieme a quello di decine di ragazzi e ragazze. Sopra la sua testa ancora girda e spari, finché le forze di difesa israeliane sono riuscite a trovarla.