Se ieri Papa Francesco ha voluto inviare una lettera aperta agli ebrei di Israele per ricordare che l'antisemitismo è un peccato agli occhi di Dio e per sottolineare che nel suo cuore trovano un posto particolare assieme ai palestinesi, oggi ha mandato un messaggio negli Emirati Arabi per ricordare la firma del documento sulla Fraternità Umana siglato cinque anni fa ad Abu Dhabi alla presenza del presidente lo sceicco Al Zayed e dell'Imam Al Tayyeb del Cairo.
Francesco nel testo inviato lamenta nel mondo «gli effetti di un'assenza di solidarietà fraterna» causata dalla distruzione ambientale e dal degrado sociale, condanna «le ombre oscure dell'ingiustizia, dell'odio e della guerra verso la luminosità di una comunità mondiale segnata da quei valori che vediamo manifestarsi nei vari sforzi dei premiati di quest'anno. Tra questi, l'amore tollerante per chi è diverso, l'attenzione genuina per i poveri e i malati, soprattutto i bambini, e il desiderio di aiutare la riabilitazione dei detenuti e il loro reinserimento nella società». Della guerra di Gaza non parla mai in modo esplicito, restando volutamente generico per sottolineare l'incapacità di trovare i fili della misericordia e del perdono da tutte le parti in causa.
Nel documento firmato cinque anni fa si evidenziava il cammino comune che musulmani e cattolici intendono fare per disinnescare la cosiddetta terza guerra mondiale a pezzi. In un passo di quel documento si fa riferimento anche al terrorismo, ma senza mai fare menzione da quale parte proviene: «Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione – anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.»