Tra Russia e Francia ci sono «elementi di convergenza» su come continuare un negoziato che scongiuri una guerra in Ucraina.
È ormai il tardo pomeriggio a Mosca quando Macron e Putin, senza una stretta di mano, si siedono alle due estremità di un lungo tavolo ovale per cominciare il loro colloquio che si trasformerà in una maratona. È il primo incontro di persona dopo tre conversazioni telefoniche in una sola settimana. Sufficienti per indurre il capo del Cremlino a rivolgersi all'ospite con un 'caro Emmanuel'. Ma la distanza di diversi metri che il protocollo del Cremlino impone per limitare i rischi di un contagio del presidente sembra quasi simboleggiare le difficoltà nel trovare un'intesa tra due visioni diverse sul futuro della sicurezza in Europa: quella dell'Occidente, intenzionata a rifiutare un ritorno della sfera d'influenza russa sui Paesi vicini, in particolare l'Ucraina; e quella di Mosca, decisa a fermare un'ulteriore espansione della Nato ai suoi confini che vede come una minaccia. La prima cosa da fare, avverte Macron, è lavorare per una de-escalation per prevenire un conflitto disastroso per tutti. Il presidente francese dice di essere «moderatamente ottimista», e alla fine le dichiarazioni dei due leader sembrano dargli ragione.
«Alcune delle idee presentate» dal presidente francese in materia di sicurezza possono servire per «ulteriori passi in comune» con Mosca, dice Putin. «Abbiamo avuto una discussione - gli fa eco Macron - che ha consentito di formulare una serie di proposte sulle quali credo di poter dire che ci siano elementi di convergenza fra la Russia e la Francia». Dopo il colloquio con Putin, domani Macron sarà a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. In seguito tornerà a parlare al telefono con il capo del Cremlino e poi a Berlino farà il punto con il presidente polacco Andrej Duda - il cui Paese è presidente di turno dell'Osce - e con Scholz, di ritorno dagli Usa.
Scholz: se la Russia attacca prezzo alto da pagare
Con il presidente Joe Biden, il cancelliere ha fatto di tutto per respingere i sospetti di una inaffidabilità della Germania, legata alla Russia da vitali interessi economici, a partire dal Nord Stream 2, il gasdotto costato 11 miliardi di dollari ma non ancora messo in funzione, che dovrebbe portare il gas direttamente dal territorio russo a quello tedesco. Nella conferenza stampa congiunta dopo il loro incontro, Biden promette che, in caso di invasione russa dell'Ucraina, il Nord Stream 2 verrà bloccato. Subito un giornalista chiede a Scholz cosa ne pensi: «Prenderemo tutte le misure necessarie, insieme ai nostri alleati e partner, saremo uniti», dice il cancelliere. Certo, una risposta non diretta, ma che basta a soddisfare Biden: «La Germania è un alleato completamente e totalmente affidabile», assicura l'inquilino della Casa Bianca. Intanto Berlino, che finora ha rifiutato di fornire armi all'Ucraina, ha annunciato l'invio in Lituania di altri 350 soldati per aiutare a rinforzare il fianco orientale della Nato.