Frosinone, spaccio «modello Scampia: chi sono i dieci arrestati per traffico di droga

La rete smantellata nel quartiere dei Cavoni

Martedì 11 Luglio 2023 di Marina Mingarelli
La conferenza in questyra

Smantellata al quartiere Cavoni una sede dello spaccio modello Scampìa.

L'operazione "Dejavù" così è stata denominata da polizia e carabinieri che hanno lavorato in sinergia per lungo tempo, si è conclusa ieri alle prime luci dell'alba con dieci custodie cautelari . Tre soggetti sono finiti in carcere mentre altri sette si trovano ai domiciliari con il braccialetto elettronico. L'accusa nei loro confronti è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.

A capo di questa organizzazione malavitosa i fratelli Aurelio e Luigi Mandica, di 43 e 42 anni, già conosciuti dalle forze dell'ordine per una sfilza di reati e il cognato Lucio Coccia, anche luigià noto. Modello Scampìa perché proprio come succedeva nella zona alla periferia di Napoli, coloro che avevano messo in piedi l'attività criminosa , vale a dire i due fratelli e il cognato, avevano studiato tutto nei minimi particolari assegnando a ciascuno degli associati un ruolo specifico.

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LA ZONA

Anche in questo caso per evitare "intrusioni" da parte delle forze dell'ordine la sede dello spaccio che si trovava in viale Parigi veniva presidiata giorno a notte. Da informazioni raccolte sembra che i fratelli Mandica avessero ingaggiato anche due giovani messinesi (Eros e Cristian Spartà) specializzati nel confezionare le dosi di stupefacente. L'inchiesta, come ha riferito in conferenza stampa il dirigente della squadra Mobile Flavio Genovesi, ha preso il via nel dicembre del 2020 quando gli uomini della questura stavano indagando su alcuni albanesi indicati come coloro che smerciavano la droga a Frosinone. Da lì era emerso che proprio in viale Parigi nella zona Cavoni c'era sempre uno strano via vai di assuntori,

Gli accertamenti tecnici, quali intercettazioni ambientali e telefoniche hanno portato alla scoperta della organizzazione criminale gestita da un intera famiglia. Proprio il fatto di questa "chiusura" familiare ha impedito ai poliziotti di poter intervenire con tempestività. La svolta c'è stata quando la procura ha dato la possibilità agli agenti della questura di poter lavorare in sinergia con i carabinieri del comando provinciale. 

L'impiego di decine e decine di militari, che si sono avvalsi anche delle unità cinofile hanno permesso di stringere il cerchio intorno ai due fratelli ed al cognato, figure epicali di questa organizzazione malavitosa. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati circa 800 grammi di droga tra cocaina, hashish e marjuana e 72 mila euro, provento dell'attività di spaccio. Ogni giorno, va detto, l'organizzazione malavitosa riusciva a piazzare circa 80 dosi, L'incasso mensile si aggirava intorno ai 50 mila euro. Undici gli assuntori che sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. Gli interrogatori prenderanno il via a Roma nella giornata di domani. Nel collegio difensivo gli avvocati Marco Maietta e Luigi Tozzi.

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA