Non si chiama più Contratto, come al tempo gialloverde, ma ritorna il contratto. Ovvero un «testo scritto che faccia chiarezza», con l’elenco degli obiettivi del nuovo governo e il cronoprogramma, ossia i tempi, di realizzazione di ogni cosa. Renzi rispolvera, per il TrisConte, quello che è stato il vincolo, impegnativo, ingombrante e perfino doloroso («Questo nel Contratto non c’è! Qui si sta tradendo il Contratto!», era la litania) del Conte Uno che servì per decidere dall’inizio sui temi divisivi.
E la discontinuità anche a loro andrà applicata. Quindi? Già si fa la conta dei sommersi e dei salvati del nuovo governo, se nascerà.
In bilico, più fuori che dentro, ce ne sono 10. Il leader di Italia Viva, oltre a chiedere l’esclusione di Bonafede e di Gualtieri (risarcibile con la candidatura rosso-gialla-italovivista a sindaco di Roma così Zingaretti risolve un bel problema?), vuole allontanare o fortemente ridimensionare il super-commissario Arcuri. Le sponde per farlo, negli altri partiti e anche nei 5 stelle, ci sono. E comunque la gestione della pandemia e della politica economica, a cominciare dal Recovery Fund, hanno mostrato agli occhi dei renziani delle lacune profonde e tali da poter bocciare sia Arcuri sia Gualtieri. Accadrà?
IL BENSERVITO
Più semplice, per non dire quasi scontato ma bisognerà vedere quali compensazioni avrà M5S (un magistrato come ministro, e si pensa al capo della Procura di Milano, Greco, che però ha in mano le indagini sulla Lega di Salvini e questo complica?), il sacrificio di Bonafede. Anche tra i grillini non si stravede per Fofò Dj e il suo profilo giustizialista appare ai più inadatto. Tra le tante retromarce e abiure grilline, quella sulla giustizia ancora non s’è avuta ma nella generale discontinuità chissà che non ci si arrivi finalmente. E la rinuncia a Bonafade sarebbe il simbolo di questa svolta. Molto in bilico, per poco amore anche da parte dem e perché il sostituto sarebbe già pronto e attrezzato (Delrio), la poltrona della De Micheli. A meno che il ministero Infrastrutture e Trasporti non venga spacchettato. E che cosa dire, a proposito di donne, della Dadone nella Pubblica Amministrazione? Ha la targa Casaleggio e il titolare di Rousseau sembra andare all’opposizione, con Dibba, del TrisConte. Della Azzolina quasi inutile parlare: la tragedia della scuola nella pandemia è di quelle che hanno reso l’Italia un caso nel mondo. Per colpa dell’intero BisConte, ma a pagare sarà la Azzolina.
DALLA SCUOLA AL MISE
Più complicata la vicenda Casalino. Chi? Roccobello, come viene chiamato ora. Che non è stato ministro ma ha contato e conta assai più di tanti ministri. Sommerso o salvato? Si sa quanto Renzi lo ritenga nemico e quanto nel Pd ne soffrano l’importanza e per certi aspetti anche la capacità. Ma sta cercando di recuperare, se è vero quanto si racconta in queste ore. E cioè che, nell’intento di favorire la riappacificazione con Renzi, si sia rivolto così a un pasdaran grillino che insisteva sulla vicenda dell’Arabia Saudita: «Amore, ma ti pare che debba essere io a dirti di smetterla con Renzi? Proprio io! Questo non è il momento di rompere le scatole. La possibilità di mantenere Conte a Palazzo Chigi è legata a lui. Per cui, che cosa ci frega delle sue gite in Arabia?!».
Matteo - si dice che Patuanelli al Mise verrà alternato con un renziano - rafforzerà la sua squadra. Balla, e assai, la poltrona del sottosegretario a Palazzo Chigi, Fraccaro, non considerato un campionissimo, e la Boschi potrebbe subentrargli. E ancora. Poche chance di riconferma per la grillina Catalfo al Lavoro.
I sommersi e i salvati, se davvero si arriverà al TrisConte, stanno per ora in una condizione di sospensione che potrebbe spingere alcuni di loro a gesti forti. Bonafede raggiungerà il Comandante Ale, ossia il Dibba, sulle montagne della resistenza anti-governativa una volta scaricato da via Arenula? In M5S c’è questo timore. E già si sta pensando a come risarcirlo: da ministro a sottosegretario? Quel che è certo è che il TrisConte non sarà un rimpastino ma una «discontinuità». Perciò tutti tremano, e chissà come reagiranno quando gli arriverà il messaggio: «Tu? Sei fuori!».