Ormai sembra fatta: domani Patrick Zaki tornerà in Italia dopo un calvario durato tre anni e mezzo e correrà subito nella sua amata Bologna. È stata proprio la sua università, l'Alma Mater dove si è appena laureato, ad annunciare che aspetta il ricercatore per una conferenza stampa fissata alle 20.30 in rettorato, mentre d'intesa con il Comune è in programma una grande festa pubblica per celebrare il ritorno di Patrick domenica 30 luglio in piazza Maggiore.
Zaki domani a Bologna
«Per noi era un obiettivo importante, io sono molto contenta di averlo centrato e voglio dire, rispetto al dibattito di questi giorni, che non mi aspetto per questo riconoscenza, non mi interessa.
«Dopo aver visto sagome di Patrick in giro per la città, poterlo abbracciare sarà emozionante», ha sottolineato. La prima cosa che Zaki rivedrà dell'Italia, tanto sognata durante i 22 mesi trascorsi in carcere e gli altri 19 a piede libero ma con divieto d'espatrio, saranno quindi le corsie dell'A1 Milano-Bologna: non, per esplicita volontà del ricercatore, rappresentanti del governo e delle istituzioni italiane che tanto si sono battute per la sua liberazione. Un incontro «non è previsto», ha confermato nelle ultime ore il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ripetendo che «noi ci siamo preoccupati di tutelare un giovane che era detenuto, condannato, per restituirgli la libertà, visto che si era laureato in Italia. Poi, il resto, come venire in Italia, sono sue scelte», ha aggiunto il titolare della Farnesina.
LA SITUAZIONE
«Quella di Zaki la interpreto come una scelta giusta, di indipendenza e di autonomia. Una bella scelta e comunque è la sua scelta. Lo lascerei in pace, ha già passato 22 mesi nelle carceri egiziane» dove continuano a languire ingiustamente ancora migliaia di attivisti, ha commentato da parte sua il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. E di attivisti impegnati in questa battaglia nell'Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, il rais alle prese con il revanchismo della Fratellanza musulmana, Patrick ne ha incontrati vari dopo il rilascio reso possibile giovedì dalla grazia concessa dallo stesso capo di Stato egiziano annullando la condanna a tre anni di reclusione per diffusione di notizie false attraverso un articolo. Venerdì sera in un appartamento del Cairo Zaki ha abbracciato Mohamed El-Baqer, l'avvocato e difensore dei diritti umani graziato insieme a lui dopo quasi quattro anni di carcere, e Ahmed Harara, il cosiddetto 'medico ciecò che perse entrambi gli occhi per colpi sparati dalla polizia in due diverse manifestazioni del gennaio e novembre 2011, l'anno della prima rivoluzione egiziana, quella che spodestò l'autocrate Hosni Mubarak. Oppositori irriducibili, come lui.