«È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli. Abbiamo chiesto due cose, i domiciliari in Italia o in alternativa in ambasciata in Ungheria e entrambe ci sono state negate. Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi». Lo dice Roberto Salis, il padre della 39enne in carcere in Ungheria, all'uscita del ministero della Giustizia dopo gli incontri con i ministri degli Esteri e della Giustizia Antonio Tajani e Carlo Nordio.
Ilaria Salis, ipotesi domiciliari nell’ambasciata italiana. La Russa: «Io la difendo»
Le parole di Nordio
Il ministro della Giustizia Nordio ha prospettato al padre di Ilaria Salis e al legale, incontrati oggi separatamente anche dal titolare della Farnesina Antonio Tajani, l'opportunità che il difensore ungherese insista presso l'organo competente per la modifica della detenzione carceraria, condizione indispensabile per attivare la decisione quadro Ue del 2009 e quindi l'eventuale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia.
Ilaria Salis, le parole di Tajani
«Ho incontrato in maniera riservata il padre della signora Salis, accompagnato dal suo avvocato. È stato un incontro riservato e cordiale», ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un punto stampa alla Farnesina. «Quello che fa l'Italia è noto, non c'è nulla da aggiungere, continuiamo a impegnarci perché possa essere rispettata la normativa comunitaria per la tutela dei diritti dei detenuti, continuiamo in questa direzione», ha aggiunto.