Nuovi centri per il rimpatrio dei migranti irregolari e un decreto ad hoc per accelerarli.
E lo fanno innanzitutto mettendo in campo le soluzioni già varate nel discusso decreto Cutro. Si è infatti deciso - come anticipato da Repubblica - di istituire il primo dei centri per i rimpatri previsti dal testo a Pozzallo, in provincia di Ragusa, in Sicilia. I lavori sono appena iniziati ma si conta di portarli a termine nel giro di qualche settimana, in modo da poter ospitare poco meno di 90 migranti irregolari che hanno poche possibilità di vedersi validato lo status da richiedente asilo.
LA STRATEGIA
Una strategia che il governo è determinato ad estendere a tutte le Regioni italiane, partendo da quelle più in difficoltà. E così accanto a Calabria, Puglia, Campania e Sardegna, il ministero dell’Interno e il Commissario (con la collaborazione di sindaci e presidenti di Regione) sono al lavoro per individuare strutture idonee anche in Veneto e in Friuli Venezia-Giulia.
In ogni caso si tratta solamente di un tassello che, come anticipato da Matteo Piantedosi al Messaggero, si concretizzerà poi in un nuovo decreto. Entro settembre infatti, è atteso il varo di un dispositivo che consenta grazie ad adeguate risorse e nuovo personale, di «potenziare il sistema delle espulsioni soprattutto di persone che si sono rivelate pericolose» e mettere «risorse e procedure» più veloci - appunto - per la realizzazione dei centri per i rimpatri.
LE CIFRE
Intanto, mentre è stato organizzato il trasferimento degli oltre 1.200 migranti che si trovavano nell’area di pre-identificazione creata al porto di Porto Empedocle (Agrigento) e sono invece giunti ad Ancona i 106 migranti dalla nave umanitaria Humanity 1, a Lampedusa proseguono gli arrivi. Oltre settecento nelle ultime quarantott’ore, che portano il computo totale delle presenze nell’hotspot isolano a più di mille e ottocento e, in generale, gli arrivi del solo mese di agosto sulle coste della Penisola a sfondare quota 12mila.
Non solo, nella tradizionale conferenza stampa di ferragosto il Viminale ha fatto sapere che nei primi sette mesi del 2023, sono aumentate anche le richieste di asilo (72.460, +70,59%). Nello stesso periodo di riferimento lo scorso anno erano 42.475. Il 48,2% delle domande sono state rifiutate (+8,7% nel 2023). Lo status di rifugiato è stato riconosciuto nell’8,6% dei casi (-6,7%), la protezione sussidiaria nel 10,1% (-3,3%). I permessi di soggiorno rilasciati sono stati 1.089.815: 282.154 per lavoro subordinato, 45.634 per lavoro autonomo, 191.133 per ricongiungimenti (motivi familiari) e 570.894 per altro (permessi di studio e casi speciali). L’aumento esponenziale delle persone che cercano di arrivare in Italia, e conseguentemente in Europa, è legato all’instabilità politica di molti Paesi africani ma anche alla crisi che sta attraversando in particolare la Tunisia. Le favorevoli condizioni del mare hanno poi spinto le partenze ad agosto.
Del resto dopo mesi al di sotto delle cifre medie degli ultimi anni, sono tornati ad aumentare gli sbarchi di migranti in Spagna. Stando agli ultimi dati del ministero dell’Interno, nell’ultimo mese (15 luglio-15 agosto) sono arrivate via mare 4.582 persone: un numero che porta la cifra complessiva da inizio anno a 18.069, quindi del 10,3% più alta rispetto al periodo corrispondente del 2022.