Il messaggio d’amore di un padre per una figlia consegnato dopo 81 anni. Ha dell’incredibile la storia accaduta a Onorina Manica, residente a Rovereto (Trento), a cui è stata consegnata il 30 giugno 2023 una cartolina spedita nel 1942 da suo padre Guido, partito per il fronte in Russia e mai tornato.
«Alla giovanotta Onorina Manica» si legge nel biglietto. Dietro ci sono poche righe scritte a mano che racchiudono ancora, dopo oltre mezzo secolo, il pensiero di un padre per una figlia, un amore che gli anni non hanno cancellato. Parole spedite con la posta militare, che però non sono mai arrivate a destinazione.
Fino allo scorso 30 giugno quando Alberto Pedrotti ha telefonato a casa di Onorina: aveva trovato la lettera ancora chiusa all’interno di un vecchio libro, si era incuriosito e si era messo alla ricerca della destinataria. Aveva così scoperto che "la giovanotta" Onorina oggi ha 83 anni, 3 figli e molti nipoti: «È stata una sorpresa incredibile, un abbraccio con mio padre arrivato dopo tutti questi anni» racconta commossa.
La lettera mai arrivata
Quando scrive la cartolina Guido Manica si trova già in Russia. Ha 28 anni, è partito a settembre del '42 con gli ultimi richiamati dal paesino di Castellano di Villa Lagarina (Trento), dove ha lasciato il padre, la moglie e le due figlie, Onorina, due anni, e Rita, che ha fatto appena in tempo a veder nascere prima di partire.
Il suo pensiero è per loro: «Carissima figlia Onorina, ricevi tanti baci da tuo papà che si trova così lontano, ti raccomando di ubbidire alla mamma e al nonno.
Sopra si legge una data: giovedì 12 dicembre 1942. Ci sono diversi timbri del servizio postale militare, ma non possiamo sapere perché quella lettera non sia mai stata consegnata. Evidentemente però era arrivata in Italia, anche abbastanza vicino alla sua destinazione: è stata trovata a Sardagna, frazione di Trento, tra le pagine di un vecchio libro.
Onorina: «L'ultimo abbraccio che non ci siamo dati»
Dalla Russia Guido non è mai tornato. «La cartolina non è mai arrivata e non abbiamo più avuto notizie di lui» racconta Onorina «Mia mamma ha sempre continuato a scrivergli, ma dal 43 tutte le lettere ci tornavano indietro. Ma lei non ha mai voluto crederlo morto, preferiva pensare che avesse perso la testa e stesse bene, magari con una nuova famiglia». E così gli anni sono passati: dopo la guerra Onorina è stata mandata in collegio, poi è diventata operaia in fabbrica e nel 1963 si è sposata. Al primo figlio ha dato proprio il nome di Guido, in onore di quel papà che aveva potuto conoscere appena. Ora dopo tanti anni ha un nuovo prezioso ricordo legato a lui: «Un ultimo abbraccio, che non ci eravamo potuti dare e che è finalmente arrivato».