«Servirà una campagna di sensibilizzazione, bisognerà convincere gli italiani a vaccinarsi. Ma dovremo rivolgerci ai giovani, servirebbero testimonial vicini a loro, come i Maneskin» dice Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico. Al Ministero della Salute esiste il timore che quest'estate sia caratterizzata da una frenata delle vaccinazioni. E c'è una data che preoccupa: il 30 settembre. Per allora si punta a raggiungere la copertura vaccinale del 70 per cento degli italiani, una percentuale che serve a ridurre drasticamente gli effetti di una nuova ondata del contagio. L'esperienza del 2020 ha insegnato che in autunno il rischio di una ripartenza dei contagi è alto. Altro dato: ad oggi non sappiamo quanto duri l'immunità garantita dalla vaccinazione o dal superamento dell'infezione. Gli ultimi studi ipotizzano un arco temporale di nove mesi, questo significa che in autunno potrebbe affievolirsi l'immunità dei primi vaccinati e soprattutto di coloro che hanno avuto il Covid nella prima parte del 2020. Per questo sarà importante avere una barriera solida di persone immunizzate con i vaccini. Bisogna concedere meno occasioni possibili al virus di circolare. Tanto più che ieri dal Regno Unito è arrivata la notizia di uno studio sui vaccini Pfizer e AstraZeneca che si sono dimostrati efficaci con la variante indiana (dopo la seconda dose).
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I NODI
Tra un paio di mesi però la situazione sarà differente: di fatto, non si vaccinerà solo chi non vorrà farlo. Dunque, la formula attuale del green pass (che si ottiene anche con un semplice tampone eseguito 48 ore prima), potrà essere rafforzata legandola all'effettuazione del vaccino. Non sarai obbligato a vaccinarti, ma vai allo stadio, al palasport, a un concerto, sali su un aereo solo se lo hai fatto. A fine mese è attesa anche l'autorizzazione di Ema per l'uso del vaccino Pfizer anche tra i 12 e i 15 anni. Ma non sarà semplice convincere le famiglie. L'obiettivo è collegare l'immunizzazione degli adolescenti alla riapertura in sicurezza delle scuole. «Allo stesso modo - dice Ciciliano - per i giovani potremmo sperimentare iniziative come serate sperimentali in discoteca, eseguendo i tamponi, ma allo stesso tempo vaccinando i ragazzi che si presentano». Ma quanto ci manca al traguardo del 70 per cento? Se prendiamo come punto di riferimento tutti gli italiani, le prime dosi somministrate sono 20,5 milioni, siamo al 33 per cento, percentuale che si avvicina al 40 se contiamo anche tutti coloro che si sono già prenotati e sono intenzionati a vaccinarsi. Ma i veri problemi cominciano ora, mano a mano che si smaltisce il grosso delle persone che volevano immunizzarsi e si passerà alla platea degli indecisi. Devi inseguire ventenni e trentenni, a luglio e agosto, dopo mesi e mesi trascorsi tra zone rosse, arancioni e coprifuoco.