Gioco d’azzardo, Stato corruttore
E domani farà i soldi con la droga?

Sabato 21 Dicembre 2013
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Caro direttore,

nella legge di stabilità è stato inserito un provvedimento demenziale che penalizza i Comuni che cercano finalmente di opporsi al drammatico incremento dei casi di ludopatia: lo Stato riduce i contributi a tali amministrazioni comunali. E' una pazzia! Non eravamo mai arrivati, come in questi anni, a pensare di raddrizzare le casse dello Stato convincendo i cittadini a giocare sempre più d'azzardo, portandoli sul lastrico, educandoli a cercare di cambiar vita non con l'impegno e il lavoro, bensì sfidando la fortuna.



Lo Stato biscazziere quale rispetto può pretendere dai suoi cittadini? Sono in genere i più poveri, quelli più in difficoltà che cedono a queste lusinghe. Per uno che si arricchisce migliaia perdono, e talora rovinano se stessi e i loro familiari, che entrano in una spirale di povertà e di preoccupazione quotidiana. Senza poi pensare a quanto guadagna la criminalità organizzata con ricatti, usura e riciclaggio di denaro sporco. Nessuna crisi economica può giustificare un simile comportamento da parte dello Stato, che se pure ha gravemente abdicato a una funzione educativa, non può arrivare a essere addirittura corruttore, specie dei cittadini più deboli.



Ci domandiamo come funzioni il cervello di chi porta avanti proposte come queste, e di chi non si opponga. Non si tratta di essere di sinistra o di destra, si tratta di avere almeno un minimo di rispetto. Provvedimenti del genere ulteriormente allontanano il Paese da una classe politica incosciente e scavano un solco sempre più profondo tra cittadini e istituzioni.


Mirka Rossetto

Francesco Sinisi




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Cari lettori,

purtroppo il provvedimento non è né demenziale né folle. Al contrario: è il risultato di un ragionamento assolutamente lucido che, purtroppo, porta con sé conseguenze del tutto negative e un messaggio eticamente devastante. Sull'altare delle esigenze di cassa si sono sacrificati i principi e le battaglie di tanti Comuni per disincentivare il proliferare di slot-machine e arnesi d'azzardo vari.



La spiegazione fornita dai sostenitori del provvedimento che penalizza i Comuni anti-slot è disarmante nella sua ottusa semplicità. Costoro dicono: lo Stato ha bisogno di soldi e poiché il gioco d'azzardo è uno dei pochissimi settori che non conosce crisi, non va limitato e ostacolato perché così facendo si perdono i soldi che lo Stato incassa con le imposte (salate) che gravano sulle infernali macchinette mangiasoldi. Quindi, largo alle slot. Sono diseducative? Hanno già portato alla rovina centinaia di persone? Sono all'origine di drammi umani e sociali? Suvvia non facciamo tanto i difficili: lo Stato ha bisogno di soldi, di questi tempi non si può andare tanto per il sottile. Incredibile, ma vero.



Seguendo lo stessa logica si potrebbe sostenere anche la legalizzazione di un po' di droghe, ovviamente imponendo una tassa adeguatamente alta a carico dei consumatori di tali sostanze. Quasi certamente, anche in questo modo, lo Stato riuscirebbe a fare un bel po' di soldi. Che sia questa la prossima ricetta anti-crisi che uscirà dal Parlamento?
Ultimo aggiornamento: 15:19

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