Volando a pelo dell'acqua per sfuggire ai radar civili e militari degli Stati Uniti, un pilota cubano è riuscito ad atterrare senza problemi in Florida aggiungendo un altro capitolo alla storia delle fughe dall'isola.
Ruben Martinez è un pilota dell'Ensa, Empresa Nacional de Servicios Aéreos, è si impadronito di un An-2 adibito a irrorare i campi di diserbanti e ha volato qualche metro sopra le onde da Sancti Spiritus al Dade Airport a nord di Miami: poco più di 440 chilometri in 4 ore e mezza ché la velocità di crociera del biplano è di 160 chilometri orari. Nessuna difficoltà per lui nel volare così a bassa quota perché è abituato a farlo sui campi di canne da zucchero. Un volo, va da sé, magnifico, alle prime luci dell'alba, sull'oceano appena increspato.
Quando ha avvistato la costa americana si è messo in contatto con le autorità aeroportuali della Floria per segnalare che si trovava a corto di carburante. E' stato subito autorizzato a atterrare al Dade. Ma come può un velivolo violare così i sistemi di sicurezza degli Stati Uniti per di più in uno scenario così sotto controllo come il canale fra Cuba e la Florida? Sotto controllo proprio per impedire esodi di cubani.
Sì, volando così a filo d'acqua si sfugge ai radar ma può anche essere che gli americani, visto o intercettato quell'attempatissimo Antonov, abbiamo chiuso un occhio.
E' trapelato anche che la polizia cubana abbia fermato la madre e la sorella del pilota fuggito.