Notte di San Lorenzo, a Belluno il cielo più brillante del Veneto. Spettacolo garantito specialmente per gli innamorati

Belluno è la sola provincia della regione da cui si può vedere la Via Lattea, offuscata altrove dall'inquinamento luminoso

Giovedì 10 Agosto 2023 di Simone Tramontin
Notte di San Lorenzo, a Belluno il cielo più brillante del Veneto. Spettacolo garantito specialmente per gli innamorati

BELLUNO - Sogni, desideri, speranze. Stanotte, sguardo puntato al cielo, a caccia di stelle cadenti, le "lacrime di San Lorenzo". Inquinamento luminoso permettendo. I cieli italiani sono diventati luminosissimi e dagli anni 90 ormai la luce delle città sta cancellando le stelle. Ma ai sognatori bellunesi andrà comunque decisamente meglio che ai sognatori di altre città: Belluno rimane l'unica provincia del Veneto dalla quale si riesce ad ammirare ancora in tutta la sua bellezza la Via Lattea, come spiega Andrea Bertolo, dell'Osservatorio permanente sull'inquinamento luminoso di Arpav.


L'APPUNTAMENTO

Il cielo naturale così com'era non lo conosciamo più da tempo; ma la notte di San Lorenzo può regalare ancora speranze a chi guarderà, proprio dalle Dolomiti, le stelle cadenti. Che, beninteso, non sono stelle: se non altro perché, cadessero davvero stelle, il cielo a quest'ora sarebbe già vuoto. Sono semplici meteoroidi originati da un'antica cometa che, entrando nell'atmosfera, si incendiano, mostrandosi come scie luminose. Da stasera al 13 agosto il picco delle Perseidi (la replica, a novembre: le Leonidi).

Spettacolo garantito: a patto di scegliere un buon posto dal quale osservarle. Evitando di mettere a rischio i propri sogni per colpa dell'inquinamento luminoso.

L'INQUINAMENTO

Andrea Bertolo entra nel merito dell'abuso di luce: «Partiamo pensando al cielo: si chiama inquinamento perché ne è un'alterazione. Luce artificiale irradiata verso la volta celeste, che diventa così più luminosa: si "cancellano" le stelle, perdiamo la percezione dell'Universo attorno a noi». Per vedere le stelle servirà andare in luoghi quanto più remoti possibile: «L'inquinamento luminoso è "transfrontaliero": non si esaurisce vicino alla fonte luminosa. Per avere un'idea di quanto grandi siano le distanze percorse, abbiamo dimostrato che il 10 percento della luminosità del cielo di Asiago è dovuto alle luci di Milano, che è distante 200 chilometri. Questo ci dice che, anche allontanandosi da una località inquinante, è comunque difficile avere un buon cielo».

I PUNTI DI OSSERVAZIONE

Così, nel Bellunese: la luce della pianura veneta risale, sommandosi a quella dolomitica. «Se salissimo a contemplare le stelle sul Giau, guardando allo zenith, dritti sopra la nostra testa, il cielo sarebbe godibile. Ma ci basterebbe inclinare la vista di 30 gradi e già ci arriverebbe negli occhi tutta la luce della pianura». L'alta montagna bellunese è la meta migliore: «A Passo Valles e Casera Razzo abbiamo installato delle centraline: lì la visione è buona. Ma se pensiamo a zone più basse nel Bellunese, come il Nevegal, per citarne una, la situazione non è proprio ottimale. Il cielo potrebbe essere buono se guardassimo a nord, ma decisamente meno se guardassimo a sud. Ed è un peccato: il cielo del sud sarebbe il più bello: lì è spostato il centro galattico». Consigli per gli innamorati: il cielo più romantico, appena dopo cena; e la luna calante di questi giorni gioca a favore.

I DATI

A grandi linee, bastano queste indicazioni; ma i più precisi possono consultare i dati pubblicati in tempo reale dall'Arpav. «Esiste una rete regionale di strumenti - spiega Bertolo -, 17 centraline (3 nel bellunese), dell'Arpav, dell'Universtià di Padova e di alcuni astrofili. Le stazioni, ogni 5 minuti, misurano la brillanza (ovvero l'intensità) del cielo notturno; valori numerici che di norma oscillano tra 17 e 22, i numeri più grandi a indicare un cielo più buio, nel quale si può contemplare un maggior numero di stelle. Un cielo "naturale", visto da terra, avrebbe un valore di brillanza attorno a 22, ma per poter ammirare con successo la Via Lattea sono sufficienti valori superiori a 20». Fatto che si verifica, per l'appunto, solo nelle stazioni dolomitiche. Ma il momento migliore è la prima parte della notte, tra le 21 e l'una. Così a Casera Razzo (Vigo di Cadore) e a Passo Valles (Falcade), per esempio, dove negli ultimi tre giorni è stato registrato un picco di brillanza 21.5 (su 22), proprio verso le dieci. E, similmente, nella stazione di Arsiè, seppur con picchi un po' più bassi (21). Per i sogni, stasera, non conviene fare le ore piccole, insomma: il cielo migliore è il "primo" che la notte regala.

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