Il caso/ Padri separati sul lastrico: «Soldi
alle mogli e costretti a dormire in auto»

Venerdì 28 Dicembre 2012 di Marco Aldighieri
Hanno un lavoro ma sono poveri: i papà separati (foto archivio)
PADOVA - Dormono in auto sotto ai cavalcavia e in vie piccole e buie. Sono i nuovi poveri. I padri separati costretti a dare una ingente fetta dello stipendio alla ex moglie. L’assegno degli alimenti per mantenere i figli e la donna che un tempo hanno amato. Ridotti sul lastrico, per tirare avanti si sono adattati controvoglia a dormire in macchina. A Padova i casi sono decine e decine. Quando cala la notte si ritrovano sotto un ponte in zona industriale e in una strada del quartiere Guizza, a sud della città.



Alcuni di loro, a Santo Stefano, hanno partecipato al pranzo offerto dalla parrocchia di San Pio X nel rione Stanga (conosciuto per il muro di via Anelli) e dalla Caritas. Provati e imbarazzati per la loro situazione hanno mangiato in fretta, senza parlare. Un papà divorziato, cinquantenne, impiegato, vestito con un elegante cappotto blu, occhiali da vista e capelli corti e brizzolati, ha però raccontato la sua storia. «Dormo in auto perché passo quasi tutto lo stipendio alla mia ex moglie. Insieme ad altri uomini separati andiamo a dormire sotto un ponte in zona industriale. In questo modo stiamo uniti e ci proteggiamo. Nel caso qualche malintenzionato si avvicinasse al gruppo di macchine, siamo tutti pronti a intervenire».



Ma la vita di chi ha trasformato la propria auto in casa è dura. Assomiglia all’inferno in cui sono costretti i senza tetto, sempre a caccia di un riparo e di cibo. «In macchina ho tutti i miei vestiti - ha spiegato - è un mini appartamento su quattro ruote. Per lavarmi vado nei bagni dei bar e a volte in quelli degli alberghi. Qualche dipendente mi fa entrare per darmi una mano. Spesso raggiungo in anticipo il luogo di lavoro, così sfrutto la toilette dell’ufficio per radermi. In questo modo sono sempre pulito e in ordine.



E poi c’è il problema del mangiare. A mezzogiorno utilizzo i buoni dell’azienda, mentre alla sera raggiungo tutti i posti gestiti dalla Caritas, comprese le cucine popolari». E già, perché l’impiegato e padre divorziato, può usufruire dei buoni della Caritas destinati solo ai veri poveri come lui. «Sì sono povero - ha concluso - ed è incredibile perché ho un lavoro. Spero ancora in un futuro migliore, ma per il momento continuo a dormire in auto tra la paura e il grande freddo».



Un altro caso si è registrato nella comunità di Albignasego, un paese dell’hinterland con i suoi 23mila abitanti. Lui, un cinquantenne specializzato nel montaggio di ponteggi in pochi mesi si è trovato a dormire in auto. «A febbraio di quest'anno con mia moglie e mio figlio di dodici anni avevamo organizzato una vacanza, ospiti da amici in Sardegna, e a maggio stavo già dormendo in macchina». L’operaio si è ammalato di leucemia benigna e l’azienda non gli ha rinnovato il contratto. Poi sono iniziati i problemi con la moglie e ora la sua casa è l’auto. «Sono andato ai servizi sociali di Albignasego per chiedere aiuto e mi hanno indirizzato alla Casa a colori a Padova dove avrei speso 35 euro al giorno per mangiare e dormire, in pratica 1.050 euro al mese. La notte stessa ho piazzato la macchina davanti al Comune e ho dormito lì», ha concluso l’operaio e padre divorziato.



L’associazione "Padri Separati" di Padova, attraverso la responsabile Luisa Palamidessi, ha confermato l’esistenza del problema. «A Padova sono decine i papà separati che hanno perso la casa e non hanno un tetto sotto cui dormire e moltissimi di loro passano la notte in auto. Mesi fa abbiamo aiutato due padri che pernottavano in macchina trovandogli un tetto. Anche se negli ultimi tempi è aumentata la sensibilità attorno al problema si sta facendo ancora troppo poco».
Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 20:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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