La madre«Non me lo hanno fatto vedere»
Il padre: «L'ho salvato, è sereno»/ Video

Giovedì 11 Ottobre 2012
La madre del bambino (frame dal video Mediaset)
PADOVA - Il caso del bambino prelevato con la forza dagli agenti a Cittadella, dopo il filmato choc trasmesso ieri sera da "Chi l'ha visto?", approdato a "Mattino cinque", sulle reti Mediaset. La mamma del bimbo ha raccontato la sua versione dei fatti alla trasmissione: Sono andata nella casa famiglia con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato, ma non mi è stato permesso». Una presenza televisiva, quella della madre e degli altri parenti, che non è sfuggita alla Questura di Padova che, in conferenza stampa, ha sottolineato: la famiglia della madre ha voluto creare caos mediatico.







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Mio figlio, ha spiegato la madre «è stato portato in comunità perché la Corte d'Appello di Venezia ha emesso un decreto sulla base del fatto che al bambino era stata diagnosticata la Pas. Secondo la Pas, se il bambino non viene prelevato dalla famiglia materna e resettato in un luogo neutro, come una sorta di depurazione, non potrà mai riallacciare il rapporto con il padre. Tutto questo in base ad una scienza spazzatura che arriva dall'America».



«In Italia - ha proseguito - ci sono modi più civili per far riallacciare i rapporti tra padre e figlio; il bambino vedeva suo padre in incontri protetti una volta alla settimana, ogni settimana. Ieri sera sono andata nella casa famiglia nella quale è stato portato mio figlio, ma mi hanno impedito di vederlo. Ero con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato perché, visto il modo barbaro con il quale è stato trascinato via da scuola, aveva sicuramente riportato qualche trauma, ma, soprattutto, volevo accertarmi del suo stato psicologico. Ma questo non mi è stato permesso». Aggiunge la mamma: «Io sono arrivata che c'era la scuola devastata: i suoi compagni di classe erano in lacrime perché nonostante li avessero isolati in un'altra stanza avevano visto tutto dai vetri. Le altre mamme vogliono sporgere denuncia collettiva». E poi la mamma lancia un appello al suo bambino: «Stai tranquillo, cercheremo di risolvere questa cosa al più presto, sii forte, resisti cerca di distrarti, di giocare».



«Ho salvato mio figlio e ora sta bene, è sereno. L'importante è questo. Ho pranzato, giocato alla playstation e poi cenato con lui e l'ho messo a letto. Era anni che non lo facevo ed è stata una bella emozione». Così racconta il padre del ragazzino prelevato ieri a scuola. Il padre dice anche di essere riuscito ad abbracciare il figlio dopo che per tanti anni «ciò è stato impedito a me e ai miei familiari, non solo dalla madre ma anche dai suoi parenti».



Altri due i tentativi falliti di allontanarlo dalla madre: il racconto del nonno. Due volte i tecnici dei servizi sociali di Padova accompagnati dallo psichiatra Rubens De Nicola avevano cercato di portare via il bambino di 10 anni di Cittadella dalla casa dei nonni materni e della madre, e la prima volta erano stati i carabinieri ad accompagnarli. A raccontarlo è il nonno materno del bambino. «Appena capito che gli assistenti sociali erano andati lì per lui - dice il nonno - mio nipote si è infilato sotto il letto e c'è rimasto per due ore. Gli assistenti sociali hanno chiesto l'intervento dei carabinieri, ma gli uomini dell'Arma si sono rifiutati di tirare fuori per i piedi il bambino da sotto il letto e dopo essersi consultati con il magistrato, hanno desistito». Gli assistenti sociali si sono ripresentati a casa dei nonni materni una seconda volta il 4 settembre. Questa volta accompagnati dagli agenti di polizia della squadra di tutela dei minori. «E il copione è stato lo stesso - aggiunge l'anziano - mio nipote sotto il letto e noi a cercare di difenderlo come potevamo. Al che di nuovo gli assistenti sociali hanno deciso di ritentare. Sapevamo che avrebbero provato un blitz a scuola. Ogni giorno io dalle 8 alle 13 vegliavo su chi entrava e chi usciva da scuola, ma hanno usato una entrata posteriore e non abbiamo potuto fare nulla. Siamo tanto stanchi e delusi di questa situazione: l'unica cosa che vogliamo è stare con nostro nipote e la sua felicità».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:54

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