TEOLO - Non bastano i danni al mais, alla soia e ai prodotti orticoli. Si aggiungono adesso anche i ciliegi, nel pieno della produzione, nella lunga lista dei danni prodotti dai cinghiali che scorazzano in branchi sempre più numerosi. L'ultimo ingente impatto degli ungulati l'ha subito nei giorni scorsi l'azienda agricola di Natalino Facchin, in via Pozzacale.
Il coltivatore aveva messo a dimora, tre anni fa, decine di ciliegi che avevano cominciato a dare frutto proprio in questi giorni. Pur di impadronirsi dei frutti i branchi di cinghiali non hanno esitato a sradicare le piante, mandando all'aria il lavoro di tanti mesi. Il danno subito dall'azienda di Teolo è solo l'ultimo di quelli subiti da imprese agricole che traggono proprio della coltivazione delle ciliegi il principale provento. Ma sono tanti i coltivatori in apprensione, proprio nei giorni del raccolto dei frutti, per possibili temuti assalti degli animali.
«Ormai», evidenzia Federico Miotto, presidente di Coldiretti di Padova, «è un bollettino di una guerra di fronte alla quale i nostri associati sono sempre più impotenti. I branchi di animali costituiscono una minaccia non solo per i raccolti ma anche per la loro stessa incolumità personale».
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