I novant'anni dell'ingegnere
nella Pordenone da salvare

Domenica 9 Marzo 2014 di Alessandra Betto
Ernesto Raffin, 90 anni
PORDENONE - Le passioni per il disegno e la pittura sono esplose da bambino, quando osservava e tentava di imitare il padre Carlo, imprenditore edile che, nel tempo libero (poco), si dilettava con matite e colori. Quando però si è trattato di scegliere il percorso universitario non ha avuto dubbi: Ingegneria, come pragmaticamente suggeriva il genitore, perché il tempo da dedicare all'arte l'avrebbe sempre potuto trovare.



Così è stato, ed Ernesto Raffin, ancora oggi, novantenne in splendida forma, acuto e discreto, non ha mai smesso di raffigurare, immaginare, dipingere. Nell'atelier della sua abitazione, ogni anno crea una ventina di opere (acquerelli, tempere, oli, bozzetti), "rubando" tutto il tempo possibile al lavoro (collabora con il primogenito Stefano nel loro studio di progettazione di piazza XX Settembre) e alla sua amata famiglia: anche il quarto d'ora prima della cena è utile per rifinire un particolare, sperimentare una tecnica nuova, aggiungere una pennellata. Ma è per la sua attività di ingegnere che è molto conosciuto, in Italia così come all'estero.



Quali sono le principali opere che ha realizzato?

«Ho costruito il teatro Don Bosco, l'edificio della Madonna Pellegrina, gli stabilimenti Zanussi di via Montereale e Porcia, palazzo Moro in piazza XX Settembre (dove si trova il suo studio), la colonia Cif (Centro italiano femminile) e diversi hotel di Bibione, le chiese di Bibione, Caorle e Piancavallo. A oggi ho inoltre progettato e costruito undici chiese in Brasile, nel nordest dove per una parte dell’anno svolge la sua opera religiosa don Odorico, mio fratello, che è anche parroco a Piancavallo. Le nostre chiese, al confronto, paiono semplici cappelle. Nel Sud America gli edifici religiosi sono maestosi come cattedrali e rigorosamente in legno, perché la materia prima abbonda: il legname recuperato dai traffici illeciti viene donato alla Chiesa».



Ha lavorato con Lino Zanussi?

«Sì, ed eravamo molto amici».



Intervista completa sul Gazzettino di Pordenone in edicola o nell'edizione digitale cliccando qui.
Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 13:43

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