Cambia il clima, allergie sempre più precoci. Farmacie prese d’assalto per gli antistaminici

In regione almeno il 35 per cento ha problemi con pollini di alberi. Impennata con inquinamento e clima

Mercoledì 17 Aprile 2024 di Loris Del Frate
Cambia il clima, allergie sempre più precoci. Farmacie prese d’assalto per gli antistaminici

Da alcuni anni il fenomeno arriva sempre qualche settimana prima. Colpa, ancora una volta, del cambiamento climatico che incide, anche in regione, sul fronte delle allergie. Quest’anno, tanto per fare un esempio, già a inizio marzo si sono visti i primi occhi arrossati, il prurito nel naso, gli starnuti in quantità. E contestualmente l’impennata di vendite nelle farmacie degli antistaminici da banco.

Un fenomeno che è sempre in escalation, sia per quanto riguarda il numero di allergici che di vendite di antistaminici. 


Allergie stagionali: quali le cause

Graminacee, betullacee e cipressacee sono le piante che numericamente causano le maggiori forme di allergie respiratorie in regione, ma si stanno notando aumenti considerevoli di allergie alla piantaggine e, anche se ancora non di massa, compaiono sempre più casi di insofferenze ai pollini di ambrosia. Nessuno è escluso: grandi, piccini e pure gli anziani che solitamente per tutta la vita non hanno avuto alcun problema. Insomma, c’è chi scopre in età evoluta di essere allergico alla stagione del risveglio della natura. Ne è la riprova il fatto che sempre più ultratrentenni si rivolgono al servizio di Allergologia e Immunologia del Santa Maria degli Angeli di Pordenone diretto dall’allergologo e immunologo Danilo Villata. Un centro che anno dopo anno è diventato punto di riferimento per pazienti provenienti dal Veneto, ma anche dall’intero Friuli Venezia Giulia. Una tacca importante e che fa soddisfazione per il lavoro svolto, peccato che a fronte di questi successi, il personale non sia stato implementato come avrebbe dovuto e oggi, per avere un appuntamento al Centro pordenonese, passano diversi mesi.


I responsabili tra acari e graminacee

L’aria che tira nel Friuli Occidentale (è il caso di dirlo), proprio sotto il profilo delle persone affette da qualsivoglia allergia, non è certo buona. La stima, infatti, è che circa il 30% della popolazione soffra di una forma di allergia con un’altra stima, ancora peggiore: il fenomeno è destinato a salire ancora. Si va dai problemi asmatici alla forme di intolleranza alimentare, per non parlare delle allergie vere e proprie, sia da cibo che da pollini o altri agenti esterni. I sintomi possono variare, ma solitamente sono sempre gli stessi: occhi arrossati, tosse, riniti e, pur in forme minori, prurito. Gli acari sono responsabili di un buon 40% dei casi, seguiti dal 30% delle graminacee e da 25% del cipresso. In forma minore troviamo betulla, nocciolo, olivo e faggio. Un dato, però, deve far riflettere: se a cavallo degli anni ’70 e ’80 gli allergici erano meno del 10%, la causa di questo importante incremento oggi deve essere ricerca soprattutto nell’inquinamento che favorisce l’infiammazione delle vie bronchiali con maggiore sensibilizzazione ai pollini.


Gli effetti dei cambiamenti climatici

Anche i cambiamenti climatici hanno molte responsabilità: facilitano, infatti, una fioritura anticipata e prolungata. É stato proprio il Santa Maria degli Angeli ad aver introdotto, tra i primi in assoluto, i test molecolari per individuare con esattezza il tipo di allergia: si tratta di test molto elaborati, alcuni costosi, ma sono in grado di decifrare senza errori il tipo di allergene. In questa maniera si più indirizzare con precisione l’immunoterapia, ossia il vaccino. Il Friuli Venezia Giulia è stata anche la prima regione a sperimentare su 100 pazienti la app, “Allergy monitor”, creata da alcuni ricercatori italiani. I pazienti descrivono i loro sintomi che vengono messi “in diretta” in correlazione con i dati sulle presenze dei pollini in atmosfera, forniti dall’Arpa. In questo modo si capisce quale tra le quattro o cinque sensibilizzazioni di cui soffre il paziente sia la più rilevante e fastidiosa. Una sfida, dunque, sempre più calibrata per poter trovare nel dettaglio a quale allergene un paziente è sensibile in modo da mirare al meglio il vaccino. Ogni anno, infine, sono circa una cinquantina le persone colpire da reazioni allergiche violente. Di queste almeno una quindicina rischiano la vita, soprattutto quelle punte da vespe e calabroni. 

Ultimo aggiornamento: 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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