A mesi e mesi di distanza dal decreto del governo, che ha reso obbligatorio il vaccino (non il Green pass) per gli operatori sanitari, sembra quasi incredibile doverlo scrivere. Negli ospedali del Friuli Venezia Giulia ci sono ancora decine di infermieri e operatori sociosanitari che continuano a lavorare senza la necessaria protezione contro il Covid. E che per ora non incorrono in alcuna sanzione solamente per colpa di una normativa troppo farraginosa.
Ora però le cose stanno per cambiare, perché in tutte e tre le Aziende sanitarie è in atto una stretta “figlia” del Green pass sanitario.
I DETTAGLI
La concentrazione è più alta nell’area di Trieste, scende leggermente a Udine e si rialza - pur senza toccare i livelli del capoluogo giuliano - nel Friuli Occidentale. «E fino ad ora non c’era modo di risolvere il problema», spiegano dai Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie.
Com’è possibile che ci siano ancora sanitari al lavoro - spesso a contatto con pazienti in condizioni di fragilità - senza il vaccino contro il Covid.
L’EPISODIO
C’è anche un caso specifico, collegato tra l’altro alle manifestazioni no-vax di Trieste. Protagonista un farmacista che lavora all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. In questi giorni si è fatto più volte immortalare tra gli attivisti contro il Green pass, ma continua regolarmente a lavorare in ospedale anche senza protezione. No-vax dichiarato, appartiene all’ordine della provincia di Torino e in questo momento non può essere sospeso. «Porto di Trieste bloccato», scriveva pochi giorni fa su Facebook. «Fatelo sapere a tutti». Ora ad essere bloccato potrebbe essere proprio lui.
I CORRETTIVI
Nelle Aziende sanitarie, infatti, è in atto una stretta. Forse quella finale. Grazie all’introduzione del Green pass, infatti, in tutti gli ospedali e i presidi sanitari della regione sono stati attivati controlli sia all’inizio del turno che a campione. E sono stati già individuati i primi “furbetti”, che erano andati al lavoro senza la certificazione verde. Sono stati rimandati a casa e momentaneamente rimangono senza stipendio. «Un modo in più - concludono gli esperti della prevenzione - per ridurre a zero la quota di non vaccinati negli ospedali». Dopo mesi, sarebbe il minimo.