Cugine morte in A28: una perizia sull'imprenditore per capire quando ha bevuto

Mercoledì 2 Febbraio 2022 di Cristina Antonutti
Incidente in A28 in cui hanno perso la vita due giovani donne
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PORDENONE - Dimitre Traykov, l'imprenditore bulgaro che vive a Pordenone in carcere per la strage stradale di domenica sera in A28, due ore dopo l'incidente aveva un tasso alcolemico tre volte oltre il consentito: 1,51 grammi per litro di sangue alla prima misurazione, 1,33 alla seconda. È un passaggio delicato delle indagini, perché la difesa potrebbe sostenere che ha bevuto appena tornato a casa per farsi coraggio.

Ma la Procura gioca d'anticipo disponendo un accertamento tecnico non ripetibile sull'indagato per capire i tempi di assorbimento dell'alcol nel suo sangue e stabilire se aveva bevuto prima o dopo l'incidente. Il sostituto procuratore Federico Facchin si è affidato al medico legale Michela Frustaci, a cui ha chiesto anche di accertare se le tracce di sangue trovate all'interno del Suv appartengano al bulgaro.

L'IMPUTAZIONE

Un omicidio stradale pluriaggravato commesso in stato di ebbrezza. È con questa imputazione che oggi l'imprenditore Traykov, 61 anni e cittadinanza italiana, comparirà davanti al gip Giorgio Cozzarini per l'udienza di convalida dell'arresto. I suoi precedenti penali pesano come un macigni. L'uomo, infatti, ha già avuto problemi con la giustizia per aver violato il Codice della strada. In passato è stato condannato per guida in stato di ebbrezza. E nel suo casellario giudiziale - come specifica la stessa Procura di Pordenone - ci sono altre due condanne per riciclaggio e resistenza.

IL CARCERE

Il pm Facchin ha fatto istanza di misura cautelare in carcere, provvedimento che ritiene giustificato dal pericolo di reiterazione del reato e di fuga. Domenica sera Traykov percorreva l'autostrada a una velocità ben superiore ai 130 chilometri orari quando ha distrutto la Fiat Panda con a bordo le due vittime, le cugine Jessica Fragasso, 20 anni, di Mareno di Piave e Sara Rizzotto, 26, di Conegliano, mamma delle due bimbe di 5 mesi e 2 anni e mezzo rimaste gravemente ferite. Aveva in prova una Land Rover Defender che in seguito all'impatto si è rovesciato. Traykov è uscito da solo, mentre due motociclisti si fermavano in corsia di emergenza per prestare soccorso, ed è scappato. Sostiene di essere tornato a casa a piedi, in stato confusionale, senza rendersi conto che tra i rottami dell'utilitaria c'erano due vite spezzate e due bimbe da salvare. Ieri si è collegato in videoconferenza con gli avvocati Gianni Massanzana e Loris Padalino. Una conversazione durata circa mezzora in vista dell'udienza di oggi. «Rispettiamo la sofferenza delle famiglie che hanno perso i propri cari - si limita a commentare la difesa - Quando realizzerà quello che è successo, studieremo una strategia processuale».

L'IMPRENDITORE

Traykov è titolare della Traykov Trans Ltd di via Enrico Mattei 3 nella zona industriale di Chions, una società di trasporti bulgara con sede a Purvenets, un parco di 200 autoarticolati e che su internet cerca autisti a 2.300 euro al mese. È rinchiuso nel carcere di Udine. Molto provato, gli occhi segnati, il fisico dolorante per le contusioni riportate nell'incidente e riparato dal giubbotto in piuma con cui i poliziotti della Mobile e della Polstrada di Pordenone l'altra notte lo hanno portato via. È sotto choc, ripete di aver perso la testa e di essere tornato a casa a piedi da Villotta a Pordenone in preda al panico. «Una condotta colposa gravissima - ha detto il procuratore Raffaele Tito -. La velocità era spropositata, confidiamo nella convalida dell'arresto e nell'applicazione della misura».

LE CONSEGUENZE

Traykov rischia fino a 12 anni di reclusione e non ha diritto a condizionale. Oltre alla fuga, alla guida ubriaco e all'omicidio stradale plurimo, la Procura gli contesta anche l'omissione di soccorso. Domenica è stato rintracciato dopo due ore a Pordenone, nella sua abitazione, grazie alle indicazioni fornite dal proprietario del Suv. La quasi flagranza ha consentito di procedere con un «arresto obbligatorio», precisa Tito ricordando che la causa dell'incidente sono eccessiva velocità e mancato rispetto delle distanze di sicurezza.
 

Ultimo aggiornamento: 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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