Migranti, la rotta balcanica è il "nuovo" Mediterraneo. Nei primi due mesi del 2023 più di 2mila ingressi

La via Balcanica supera la mediterranea, nonostante la frontiera slovena chiusa

Sabato 16 Marzo 2024 di Marco Agrusti
Migranti, la rotta balcanica è il "nuovo" Mediterraneo. Nei primi due mesi del 2023 più di 2mila ingressi

PORDENONE/UDINE - Il governo ha chiuso il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre scorso. Da cinque mesi è di fatto sospeso il Trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone. Eppure la “Rotta balcanica” non si è fermata. Anzi, nei primi due mesi di quest’anno la porta orientale del nostro Paese ha raggiunto numeri da Canale di Sicilia.

Ancora pochi ingressi e il Friuli Venezia Giulia diventerà ufficialmente la prima destinazione delle rotte migratorie che puntano all’Italia per la prima richiesta d’asilo sul suolo comunitario. I numeri sono quelli dell’agenzia europea Frontex, integrati dagli ultimi report delle Prefetture. 


I DATI
Dall’inizio del 2024 infatti hanno attraversato la frontiera tra la Slovenia e il Friuli Venezia Giulia 3.761 migranti. Nello stesso periodo le coste siciliane - primo approdo naturale delle rotte che partono dalla Libia e dalla Tunisia - hanno visto lo sbarco di 4.315 persone. La forbice tra i due “sentieri” dell’immigrazione si è ridotta come mai prima d’ora. Meno di seicento ingressi dividono due rotte che fino all’anno scorso presentavano numeri assolutamente non paragonabili. A gennaio-febbraio del 2023 in Friuli Venezia Giulia erano entrati 2.737 migranti tra le province di Udine e Trieste, mille meno di quest’anno. Guardando ai dati Frontex del 2023, si capisce come l’anno scorso fosse ancora il percorso marittimo ad attirare migranti e trafficanti di esseri umani. I numeri non mentono: in Sicilia, in tutto il 2023, ci sono stati 157.479 sbarchi, contro i 99.068 ingressi della Rotta balcanica. All’inizio di quest’anno, invece, la tendenza si è invertita. La rotta mediterranea è stata scalzata dalla nuova direttrice che dall’Africa Occidentale porta alle Canarie, in territorio spagnolo, mentre il percorso balcanico resiste nonostante la chiusura dei confini. L’emergenza da bollino rosso, quindi, si sta spostando dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia


LE OPERAZIONI
I numeri degli ingressi di richiedenti asilo attraverso il confine italo-sloveno potevano essere anche superiori rispetto a quelli catalogati dalle Prefetture e dall’agenzia europea Frontex. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo in Senato ad un’interrogazione firmata dalla parlamentare del Pd Tatiana Rojc, ha fornito i numeri legati alle operazioni di pattugliamento delle frontiere. Dal 21 ottobre, data che coincide con la sospensione del Trattato di Schengen lungo la fascia confinaria tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, sono stati effettuati 1.352 respingimenti. Il monitoraggio è aggiornato a martedì di questa settimana, quindi è il più recente a disposizione del governo. Respingimenti, quelli comunicati dal ministro Piantedosi a Palazzo Madama, contestati dall’Ics, il Consorzio italiano della solidarietà che opera principalmente a Trieste. Un Consorzio che ritiene che «tali respingimenti sarebbero avvenuti in aperta violazione delle normative internazionali ed europee». Una tesi rigettata anche dalle massime autorità regionali, le quali da sempre spingono per una collaborazione sempre più forte con le autorità slovene per le cosiddette riammissioni degli irregolari. 

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LA SITUAZIONE
Il presidio dei confini orientali tra l’Italia e la Slovenia continua. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella recente visita a Pordenone ha detto di voler ripristinare «al più presto» la libera circolazione delle persone tra i due Paesi, ma «solamente se le condizioni internazionali lo consentiranno». La sospensione del Trattato di Schengen è stata disposta non per fermare i migranti, ma per monitorare le eventuali infiltrazioni di soggetti legati al terrorismo di matrice islamica nei gruppi di richiedenti asilo che varcano quotidianamente la frontiera. La Regione, però, ha accolto positivamente il ritorno dei controlli ai valichi principali vedendo nella misura un freno all’immigrazione irregolare. Un limite che numeri alla mano non funziona come ci si immaginava. 

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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