Moschea “abusiva”, il sindaco avvia le verifiche. «Lo stabile non è registrato come luogo di preghiera»

Mercoledì 27 Marzo 2024 di M.A.
Moschea “abusiva”, il sindaco avvia le verifiche. «Lo stabile non è registrato come luogo di preghiera»

CASARSA - Moschea “abusiva” a Casarsa a due passi dalla stazione ferroviaria e nei locali di un ex calzolaio, il sindaco Claudio Colussi prende in mano la situazione e annuncia una stretta sui controlli per verificare la natura dei locali ed eventualmente la congruità degli stessi.

COSA EMERGE DAGLI ATTI

«Agli atti presenti in Municipio - ha spiegato infatti il primo cittadino casarsese - quella non risulta essere una moschea, ma la sede di un circolo culturale. L’ultimo controllo - ha poi aggiunto - risale a diversi anni fa e ora torneremo a verificare se i locali sono di natura commerciale o altro. Di certo quello stabile non è registrato come un centro di preghiera».

E sottointeso, ma neppure molto: non può esserlo, dal momento che per un luogo di culto servono altre autorizzazioni e soprattutto spazi diversi con altrettante norme di sicurezza. «Voglio vedere bene con i miei occhi - ha aggiunto il sindaco Claudio Colussi - e coinvolgerò anche il comando di polizia locale del paese». 

IL COMMENTO

Sulla stessa vicenda anche il commento del parlamentare pordenonese di Fratelli d’Italia, Emanuele Loperfido: «Utilizzare un luogo, uno stabile, normalmente adibito ad altro, per trasformarlo in un clandestino luogo di culto non è il miglior viatico per costruire un dialogo con la realtà nella quale ci si insedia. È assolutamente rischioso, anche per i frequentanti, affollare luoghi senza che siano previste vie di fuga e piani emergenza. Invitiamo quindi l'associazione culturale a confrontarsi con l'amministrazione affinché un luogo ove la necessità del culto venga consentita, nel rispetto delle regole, a tutela dei credenti e della comunità». 

LA MOSCHEA "ABUSIVA"

Dov’è la moschea “abusiva” di Casarsa? Ci troviamo esattamente di fronte alla stazione ferroviaria e a pochi passi da quello che era il vecchio Municipio e che adesso ospita il poliambulatorio della cittadina. L’edificio un tempo ospitava anche un noto bar, ora in vendita. Poco lontano, c’è un ristorantino etnico. La porta che conduce alla moschea “abusiva” quasi non si nota. I vetri sono oscurati con dei fogli di carta, in modo tale da ostacolare gli sguardi indiscreti. All’interno gli spazi sono molto stretti. Il viavai di fedeli era diventato sempre più importante, con persone provenienti anche dai paesi vicini nei giorni della preghiera. I centri per la preghiera destinati alla comunità musulmana devono essere a norma, così come devono esserlo tutti gli altri luoghi di culto, dalle chiese alle sinagoghe. 

Ultimo aggiornamento: 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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