VENEZIA - Le banche non sembrano interessate a finanziare il Mose del dopo tangenti. Un'altra maxi gara bandita dal Consorzio Venezia Nuova dei commissari è andata deserta. Doveva servire a raccogliere fino a 150 milioni di euro da anticipare alle imprese, in attesa che i finanziamenti già decisi dallo Stato per la grande opera si traducessero in liquidità, ma nessun istituto di credito europeo si è fatto avanti. Era già successo ad agosto, quando in palio c'erano una sessantina di milioni. Una notizia accolta ieri con un certo disappunto dai commissari del Consorzio Venezia Nuova, così come dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto. A chi sta gestendo questa fase delicata della grande opera, appare paradossale che soldi certi, garantiti della Stato, non interessino alle banche.
Un paradosso che potrebbe mettere a rischio il completamento stesso del sistema di dighe mobile per salvare Venezia dalle acque alte. Il finanziamento bancario è fondamentale. Con le procedure e i tempi della Stato, le imprese rischiano di non essere pagate per mesi. Già ora vantano crediti per decine di milioni dal Consorzio e, in un clima di contenzioso crescente, i cantieri hanno già subito un forte rallentamento. Senza soldi freschi potrebbero fermarsi definitivamente e il completamento del Mose slittare a chissà quando...
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