VENEZIA - Se un politico patteggia la pena, perché deve continuare a prendere il vitalizio? Perché devono essere i veneti a contribuire a pagare la multa concordata con i giudici?
Il tema tiene banco in consiglio regionale del Veneto e riguarda, per ora, l’ex governatore Giancarlo Galan, uscito dal procedimento dello scandalo del Mose dopo aver patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi e il pagamento di una multa di 2,6 milioni di euro. A Palazzo Ferro Fini se ne parla anche perché Galan, governatore e consigliere regionale per quindici anni, è uno dei 226 titolari di vitalizi erogati dalle casse della Regione.
Tanto che, prima ancora che esplodesse lo scandalo delle dighe mobili, non era passato inosservato il fatto che parecchi ex che nel frattempo avevano avuto altri incarichi politici, figurassero nell’elenco dei titolari di "pensione".