Quattro suicidi in una settimana: è un
settembre nero per gli imprenditori

Venerdì 28 Settembre 2012 di Marco Gasparin
Carabinieri a Padova davanti al luogo del suicidio dell'odontotecnico (Candid Camera)
VENEZIA - Morire per crisi. un settembre nero per gli imprenditori veneti. Il picco di suicidi tra maggio e giugno aveva gi destato grande allarme, l'estate poi sembrava aver portato una tregua, ma con la riapertura delle aziende il fenomeno si ripropone in tutta la sua drammaticità.



Le ultime storie sono quelle dell'imprenditore Antonio Maria Pedrazzoli, 49enne, che ieri si è tolto la vita nella sua ditta a Bassano del Grappa (Vicenza) con un colpo di pistola e quello di un odontotecnico di 58 anni, F.L., che si è sparato a Padova. Prima di loro due casi in due giorni. Martedì era stato un artigiano a togliersi la vita nel Veneziano, a Noale, Raffaele Rubinacci, 52 anni. Poche commesse, difficoltà di farsi pagare per i lavori già svolti, così i debiti crescevano assieme all'angoscia. La compagna l'ha trovato impiccato rientrando a casa.



Il giorno prima a uccidersi con un colpo di fucile al petto un impresario edile di Campagna Lupia (Venezia), 47 anni, Livio Andreato. Era sconvolto dal fatto di dover lasciare la casa dei genitori, venduta per far fronte ai creditori. Ha anche tentato di far saltare in aria l’edificio saturandolo col gas.



Il gesto di Antonio Maria Pedrazzoli ha scosso tutta Bassano del Grappa, dove la famiglia è molto conosciuta e la Pedrazzoli Ibp spa - che fabbrica macchinari per il taglio e la lavorazione di tubi e profilati - è una presenza che risale al 1948. Alle 4.30 la sua auto ha varcato i cancelli della sede della ditta a Bassano. Sceso dalla vettura, ha percorso le stanze buie e silenziose fino ad arrivare al suo ufficio. Si è seduto alla scrivania e ha preso carta e penna, scrivendo alcune righe di addio. Poi ha impugnato la pistola 357 Magnum che portava con sé e l'ha puntata alla testa. Il tempo di un ultimo sguardo attorno e ha tirato il grilletto. Nessuno ha sentito il colpo. Il cadavere è stato trovato da un'impiegata tre ore più tardi, alle 7.30.



Da quanto si è appreso il biglietto lasciato da Pedrazzoli - che è all'esame dei carabinieri - faceva riferimento a problemi familiari. Minore di tre fratelli, Antonio Pedrazzoli lascia l'ex moglie e due figli. Chi lo conosce lo descrive come un uomo schivo, molto riservato. Negli ultimi anni passava lunghi periodi in Slovacchia, dove c'è la filiale dell'azienda. Chi gli stava vicino si rammarica di non aver colto segnali del malessere che covava dentro, del peso con cui da chissà quanto tempo conviveva.



Il suicidio di Pedrazzoli ha preso tutti di sorpresa. Ma i segni sono difficili da decifrare, forse di più quando si tratta di persone che guidano un'azienda, come ha rimarcato lo psichiatra Paolo Crepet in un recente convegno: per un imprenditore «è difficile ammettere le proprie fragilità o rivolgersi a uno psicanalista, nel timore che questo significhi perdita di autorevolezza o capacità di comando».



Nella notte di ieri un altro colpo di pistola ha messo fine a una vita, quella di F.L., odontotecnico 58enne. Si è sparato poco lontano da casa, in una stradina isolata vicino ad un campo di proprietà sua e della sorella, che avevano messo in affitto tre mesi fa. A preoccuparlo erano le rate di un mutuo di circa 200mila euro che aveva contratto per allargare e sviluppare il suo laboratorio. Le rate inferiori ai 2.000 euro al mese gli erano sembrate abbordabili, ma con la crisi e la diminuzione del lavoro faceva sempre più fatica a pagare. Così ha preso in mano una pistola, si è appoggiato al colonnato d'ingresso di una villa e l'ha fatta finita.



«Perdonatemi per quello che ho fatto», ha lasciato scritto nell'ultimo biglietto ai familiari, nel quale ha chiesto scusa alla moglie e anche raccomandato ai tre figli di «non fare il passo più lungo della gamba».



Per dare ascolto al disagio degli imprenditori ai primi di giugno è diventato operativo il numero verde anti-suicidi (800334343) messo a disposizione dal Veneto. In tre mesi gli operatori hanno ricevuto decine di chiamate e preso in carico 50 imprenditori. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha insistito nel ricordare come la Regione, il suo sistema sanitario ed servizi alla persona siano «a disposizione degli imprenditori, delle loro famiglie e di tutti i cittadini in difficoltà per fronteggiare uniti le ripercussioni della crisi economica».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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