Tasse venete e friulane più leggere:
16,3% e 21,7% meno della media

Lunedì 11 Luglio 2016 di Agostino Buda
Tasse venete e friulane più leggere: 16,3% e 21,7% meno della media
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Il 2015 è stato più leggero per i contribuenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il "sollievo" fiscale si riferisce alle imposizioni locali, ovvero quelle di Regione, Province e Comuni ed emerge dalle simulazioni della Banca d’Italia. Che "promuove" le due regioni del Nordest. Con un’avvertenza, il Friuli Venezia Giulia è a statuto speciale e pertanto con una fiscalità certamente meno "affamata" di quelle a statuto ordinario. Come il Veneto, che tuttavia se la cava egregiamente. Mancano invece i riferimenti alle due province autonome confinanti con il Veneto, Trento e Bolzano.
Ma cosa sta "dentro" a questi tributi di natura locale. Si tratta di una serie di voci che possono incidere in maniera consistente sul reddito a cominciare proprio dalle addizionali regionale e comunale sull’Irpef. Altra addizionale è quella regionale all’imposta sostitutiva sul metano e l’imposta regionale sulla benzina. Va precisato che quest’ultima voce non si applica alle regioni autonome, vale a dire, nel nostro caso, al Friuli Venezia Giulia.
Ancora, nel pacchetto della fiscalità locale compaiono i tributi sulla casa (Tasi), le imposte sui rifiuti e la tassazione sulle autovetture, quindi l’imposta provinciale sull’RcAuto, la tassa automobilistica regionale e l’imposta provinciale di trascrizione, la famigerata Ipt.
Vediamo quindi i numeri, partendo dalla media nazionale del prelievo locale che via Nazionale fissa (per una famiglia tipo) in 1.983 euro. Il primato spetta alla Campania con i cittadini che devono sopportare un +21,8% rispetto alla media arrivando a 2.416 euro. All’estremo opposto la Valle d’Aosta con un sostanzioso -34,3% e 1.302 euro che la famiglia tipo presa a modello da Bankitalia deve versare come imposte locali. Anche per la piccola regione alpina di Nordovest vale il discorso del Friuli VG: regione autonoma, regime fiscale meno opprimente.
E infatti, subito prima dei valdostani, in una classifica discendente, si posizione proprio il Friuli Venezia Giulia che con il 21,7% in meno rispetto alla media nazionale chiede ai suoi cittadini "solo" 1.553 euro in più. Questo, ripetiamo, nel 2015.
Il Veneto è un discorso a parte. La sua posizione è decisamente invidiabile, considerando il suo status di regione ordinaria e che la variazione del prelievo fiscale locale tra il 2015 e il 2014 è del 2,6% ovvero proprio come la Valle d’Aosta. La simulazione di Bankitalia mostra, pertanto, per il Veneto uno scostamento in negativo rispetto alla media del 16,3% con un fisco locale che si è accontentato di 1.659 euro.
Va altresì considerato che le imposte a carattere locale gravano sul reddito familiare per il 3,8% in Veneto e del 3,5% in Friuli Venezia Giulia, con una particolarità: qui si registra la minore incidenza sul reddito delle famiglie del prelievo combinato delle addizionali Irpef regionale e comunale. Diversamente, le altre voci risultano assimilabili alla media nazionale.
Tuttavia, la simulazione è appunto tale e non approfondendo l’analisi lascia alcune risposte sospese. Al di là dei facili commenti, va indagato perchè la Campania che detiene anche il primato di incidenza della fiscalità locale sul reddito(5,5%) è al primo posto per pressione impositiva regionale/comunale, la Lombardia è dell’11,2% sotto la media e il Veneto si ferma a 1.659 euro? Almeno tre possono essere le ragioni. Più lo scostamento dalla media è significativo verso l’alto più i governi locali e territoriali tentano di coprire deficit precedenti ovvero si trovano a fronteggiare spese correnti altissime e incomprimibili oppure, ancora, se il valore è negativo (come per il Veneto) e non si è una regione "speciale" arricchita dai trasferimenti da Roma, allora si può essere davanti a una previsione di investimenti inferiore ovvero alla prova di un’efficienza di sistema che certamente premia Regione e cittadini.
Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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