Rovigo. Clamorosa iniziativa del Pd contro Edoardo Gaffeo: innalzati in città 16 cartelloni "Sindaco traditore"

Venerdì 2 Febbraio 2024 di Elisa Barion
Uno dei 16 cartelloni contro Edoardo Gaffeo

ROVIGO - Non solo c’è un muro fra il Pd ed Edoardo Gaffeo, ma su questo muro, adesso, ci hanno messo anche i cartelloni. Ieri Rovigo è stata riempita di maxicartelli, quelli nel formato gigante 6x3, a firma Partito democratico - circolo di Rovigo” nei quali si legge, senza mezzi termini: «Il sindaco di Rovigo ed il suo tradimento delle attese e delle speranze della città», seguito da un elenco di sette punti attraverso i quali il Pd accusa il sindaco Edoardo Gaffeo e la sua amministrazione di aver, appunto, “tradito” i cittadini. Sette fallimenti politici, sono considerati, che vanno dalla recente chiusura delle piscine fino alla promessa di consumo di suolo zero «non mantenuta con 84 nuovi ettari deliberati in giunta» passando per la chiusura di Casa Serena, la privatizzazione dell’Iras, il carcere minorile che approderà in centro, la mancata riorganizzazione del settore Urbanistica fino al tentativo «sventato» di portare la sede del tribunale fuori dal centro. I cartelli 6x3 di cui è disseminata Rovigo sono 16 in tutto e resteranno affissi per due settimane, nei punti di maggiore afflusso del traffico, come Ponte Marabin o viale Tre martiri, per citarne alcuni.

REAZIONI

Una sorta di biglietto da visita che ha lasciato tanti a bocca aperta, sollevando scalpore, ma anche indignazione. D’altra parte si sa che nelle campagne elettorali il veleno scorre a fiumi, ma mai si era vista prima d’ora una operazione di comunicazione così d’impatto mirata ad affondare quello che fino alla settimana scorsa è stato il sindaco che il Pd ha sostenuto per 4 anni e 8 mesi prima di decidere l’uscita dalla maggioranza a seguito della quale Gaffeo ha rassegnato le dimissioni, peraltro non richieste.
«Si tratta - spiega il segretario del circolo cittadino Giacomo Prandini - di una forma di informazione rivolta ai cittadini, sappiamo che purtroppo leggono poco i giornali e sono disinformati sul pregresso e su quello che succede. Vedendo le ultime prese di posizione, pensiamo che si pongano delle domande e quindi abbiamo provato a facilitare la possibilità di trovare qualche risposta. I punti elencati sono quelli che ci hanno deluso di più e sono stati, passo dopo passo, i motivi che ci hanno allontanato dal sindaco o hanno allontanato il sindaco da noi. Sono tutte cose inserite in modo chiaro nel programma coalizione siglato 5 anni fa e poi invece non sono state sostenute come ci aspettavamo».
Alla domanda se i cartelli non rischino di essere un boomerang in termini di consensi, Prandini risponde: «C’è anche l’altro lato della medaglia, ossia che possano essere occasione di interesse e discussione».
Dal canto suo, il bersaglio dei maxi cartelli, ossia il sindaco Gaffeo che ieri mattina, prima della loro comparsa, si è detto pronto a rivelare i retroscena degli ultimi due anni di amministrazione in merito a Iras, As2 e polo natatorio, temi sui quali è stato accusato di non aver bene amministrato, ha commentato a stretto giro: «Quando mi riferivo al fatto che sono sinceramente dispiaciuto per gli elettori del Partito democratico (tra i quali non ha mai fatto mistero di annoverare anche se stesso, ndr), mi riferivo a cose come queste. Ultima volta che mi occupo di miserie così. Abbiamo tutti di meglio e di più serio da fare».

LO SCONTRO

Anche all’interno dello stesso Pd, però, l’operazione di comunicazione ha sollevato del malcontento. È il caso di Diego Crivellari, presidente del circolo dem cittadino nonché esponente della minoranza interna, quella che il capogruppo Nello Chendi ha definito «il 5% del partito». Crivellari ricorre alla formula “non nel mio nome” per distanziarsi. «Ci dissociamo non soltanto da questi contenuti, ma anche da questo modo di fare politica. Ammesso che questa roba si possa chiamare davvero “politica”. Sono convinto che la stragrande maggioranza degli elettori e dei cittadini che si riconoscono nel Partito democratico non può assolutamente riconoscersi in queste modalità di azione. Non possiamo tacere: per noi viene prima di tutto il rispetto delle persone, qualunque sia il loro colore politico. In questo caso, poi, consideriamo il dato non trascurabile che il nostro partito è stato dentro la maggioranza che amministra Rovigo fino a ieri. E con questi mezzi si vorrebbe farlo dimenticare e perfino rovesciare la realtà? Abbiamo il diritto-dovere di dire la nostra se veramente abbiamo a cuore il partito, il centrosinistra ma soprattutto il futuro della nostra città».
Ancora più duro Alberto Lucchin, di area Crivellari: «È la lampante dimostrazione della loro infima statura politica», coinvolto nei giorni scorsi nel caso della sua presenza alla riunione nella quale è stata decisa l’uscita dalla maggioranza.

Ultimo aggiornamento: 17:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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