Il porticciolo turistico sul Canalbianco, mai decollato, potrebbe tornare al Comune

Domenica 23 Aprile 2023 di Elisa Barion
L'area del porticciolo, sul Canalbianco

ROVIGO - Nelle scorse settimane è scomparso Massimo Zanirato, gestore del porticciolo turistico situato in zona Interporto. Con la morte del ragioniere rodigino si è chiusa così anche una pagina della storia della struttura affacciata sul Canalbianco che nel corso degli ultimi 11 anni, è stata lunga e tormentata. Ma a quanto pare, ora potrebbe aprirsene una nuova tutta da scrivere. Perché gli eredi di Zanirato, stando a quanto riferisce l’assessore Mattia Milan, avrebbero manifestato l’intenzione di non proseguire nella gestione del porticciolo sulla base della concessione che avrebbe la propria scadenza naturale il 26 agosto 2026. Ed è proprio l’ipotesi di una risoluzione anticipata della concessione in corso a far sì che per la struttura si apra uno scenario nuovo.

GLI SCENARI

Le ipotesi sul tavolo sono diverse e una di queste, come anticipa l’assessore, coinvolge il gruppo comunale della Protezione civile, che nel capannone adiacente il porticciolo potrebbe, eventualmente, trovare lo spazio adeguato per il ricovero dei mezzi, «perché in vista dello spostamento del Comando di Polizia locale nella nuova sede di via Marconi - chiarisce Milan - il Comune avrebbe il problema di trovare una collocazione ai veicoli della Protezione civile. Poi ho avuto delle manifestazioni di interesse da parte di alcune associazioni sportive interessate a usufruire del luogo per svolgere le proprie attività».
Per il momento, comunque, Palazzo Nodari sta prendendo tempo. «Stiamo aspettando che passi il momento di lutto - spiega l’assessore - poi ci sarà modo di incontrare gli eredi per valutare le loro decisioni». Inoltre ci saranno altri passaggi da fare. «Già la prossima settimana incontrerò il tecnico comunale che ha seguito la vicenda per un aggiornamento sulla cronistoria del porticciolo, poi mi attiverò per avviare una interlocuzione con il presidente dell’Interporto, Vitaliano Bressanin, per capire quali siano le sue intenzioni, perché potrebbe decidere di gestire in via diretta la struttura o condurre in proprio la procedura per l’affidamento di una nuova concessione».

LUNGA STORIA

Vale la pena, dunque, fare un passo indietro per ricapitolare la vicenda di questa sorta di cattedrale nel deserto, un piccolo gioiello che non è decollato. Di fatto, a oggi, è un luogo che versa in uno stato di degrado e avrebbe bisogno di più di un intervento per essere messo in funzione. Il porto turistico rientra nel complesso immobiliare denominato “Interporto di Rovigo” del quale è proprietaria la Regione, che costituisce l’oggetto della concessione sottoscritta tra la stessa Regione e la società Interporto di Rovigo Spa. In particolare, poi, l’area destinata a porto, sulla quale, come riporta una delibera regionale, «insistono una club house e un magazzino per rimessaggio natanti», è gestita in sub-concessione al Comune di Rovigo. La realizzazione della struttura, nel 2009, è costata 1,7 milioni di euro di fondi europei, ma non è mai stata effettivamente utilizzata per gli scopi per i quali è sorta. Sarebbe dovuta diventare un luogo di servizi turistici, ricreativi e ricettivi. O almeno, questo è quanto si legge nel contratto di “Affidamento del servizio turistico-ricreativo-ricettivo del Porticciolo turistico integrato, comprensivo di strutture turistico ricettive, sul Fissero-Tartaro-Canalbianco” siglato l’11 giugno 2014 dal Comune e dalla società Aapprodo srl che faceva capo a Zanirato, che deteneva la gestione della struttura già dal 14 dicembre 2012. La struttura, dotata di tre pontili e un capannone, offre la possibilità di ormeggio a una cinquantina di imbarcazioni fluviali, oltre che il loro rimessaggio invernale. Il vero e proprio fiore all’occhiello dell’intero immobile è la club house, edificio costruito su due piani progettato per ospitare foresteria, ristorante, bar, e sala convegni. Ma di tutto questo Rovigo non ha mai visto neppure l’ombra.
 

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