Baby gang minaccia di morte un anziano a Monigo: «Ti tagliamo la gola». I residenti: «Loro non hanno paura di niente, noi abbiamo timore ad uscire»

Sabato 13 Aprile 2024 di Mauro Favaro
Baby gang a Treviso

TREVISO  - Quando li ha rimproverati e gli ha detto di smetterla loro lo hanno pesantemente minacciato: «Attento che ti tagliamo la gola con una lametta». È questa la pesante minaccia che una baby gang, formata da una decina di adolescenti, ha rivolto nella notte tra giovedì a venerdì a un anziano di Monigo. I ragazzi si sono ritrovati prima della mezzanotte. In poco tempo hanno distrutto gli specchietti di alcune auto in sosta, rovesciato dei bidoni e mandato a gambe all’aria una parte delle transenne del cantiere della scuola, così come il bagno chimico. Il trambusto lungo via Sant’Elena imperatrice ha spinto un residente a uscire di casa per andare a vedere cosa stava succedendo. Una volta incrociati i giovani, li ha apostrofati dicendo di smetterla con le loro scorribande. E per tutta risposta ha ricevuto una minaccia di morte.

LA PAURA

All’anziano non è rimasto che rientrare nella propria abitazione. Per fortuna stavolta nessuno è arrivato ad alzare le mani. Fatto sta che ieri a Monigo non si parlava d’altro. «Questo era un quartiere tranquillo, invece adesso le baby gang stanno arrivando anche qui – allarga le braccia un residente – non è facile affrontarli perché temiamo che i ragazzi siano armati di coltelli. La cosa peggiore è che non hanno proprio paura di nulla. Anzi, adesso siamo noi ad aver paura a uscire la sera». Non se la sentono di metterci la faccia. Il timore per possibili ritorsioni è troppo elevato.

E questo la dice già lunga sul clima che si sta respirando in questo angolo di Treviso. In tutto ciò, il quartiere prova a unire le forze.

I GRUPPI WHATSAPP

Qualche tempo fa era stato creato il gruppo WhatsApp “Monigo vigilanza”, una sorta di controllo di vicinato per contrastare i furti nelle abitazioni. Ora si va anche oltre. «Ci sono uomini che di notte si danno il cambio e vanno a fare dei giri di perlustrazione – rivelano gli abitanti – in modo che ci sia sempre un minimo di passaggio, senza zone del quartiere che restano troppo deserte». Ieri mattina le cose sono state messe a posto in fretta. Poco prima del suono della prima campanella a scuola, verso le 7.40, era già tutto in ordine. Ma le mamme di alcuni alunni si sono comunque confrontate, senza nascondere la preoccupazione, su quanto era successo. Purtroppo non si tratta di un caso isolato in città.

L’ESCALATION

L’episodio di Monigo va ad aggiungersi alle ormai storiche difficoltà registrate nel quadrante di piazza Borsa. E alla violenza contro il 50enne picchiato la settimana scorsa in vicolo Rialto. A metà marzo, inoltre, dei bulli avevano aggredito un 14enne all’altezza della fermata Mom nella zona di via delle Absidi: un vero e proprio agguato portato a termine a suon di calci e pugni. E un mese fa in stazione a Treviso era stato rapinato uno studente dell’Artistico da una gang guidata, stando a quanto emerso, da un ragazzino 13enne di San Liberale. E così via.

IL DIBATTITO

Nel consiglio comunale di giovedì, giusto qualche ora prima del raid a Monigo, il sindaco Mario Conte aveva parlato proprio di disagio giovanile. «È arrivato il momento di cambiare lo schema sociale in cui viviamo. Cioè adeguarlo alle caratteristiche di una società che è cambiata, sotto tanti punti di vista: l’avvento del digitale, la presenza di comunità con culture diverse nel nostro territorio, il Covid, il ruolo delle famiglie, il momento economico – ha spiegato – se pensassimo che un sindaco, qualunque sindaco, possa da solo, attraverso ordinanze, ordini del giorno, mozioni, polizia locale, comitati di pubblica sicurezza, risolvere il problema dell’emergenza del disagio giovanile a livello nazionale, saremmo degli irresponsabili. Ma non lo siamo. Dobbiamo lavorare tutti, seriamente, nella direzione di capire quel è il problema». «Il disagio giovanile non deve diventare un campo di battaglia politico – è stata la conclusione, rivolta anche alle opposizioni a palazzo dei Trecento – su questo tema non c’è da prendere o perdere voti, ma da recuperare dei ragazzi, che sono molti meno rispetto a quelli bravi ma che sono comunque tanti».

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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